Osservatorio sulla Cassazione - Novembre 2016

La Redazione
La Redazione
15 Dicembre 2016

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Novembre.

Deducibilità dei compensi degli amministratori – Valutazione dell'Amministrazione finanziaria

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 30 novembre 2016, n. 24379

In tema di determinazione del reddito d'impresa, rientra nei poteri dell'Amministrazione finanziaria la valutazione di congruità e inerenza dei costi e dei ricavi esposti nel bilancio, anche se non ricorrono irregolarità nella tenuta delle scritture contabili. Il Fisco può negare la deducibilità dei compensi degli amministratori societari, se tali compensi sono troppo alti rispetto al bilancio, anche se sono stati regolarmente deliberati.

Scissione parziale, debiti tributari e procedura d'accertamento

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 29 novembre 2016, n. 24207

In riferimento alle operazioni di scissione societaria, ai sensi dell'art. 173 d.P.R. n. 917/1986, commi 12 e 13, gli obblighi tributari della società scissa, riferibili a periodi di imposta anteriori alla data dalla quale l'operazione ha effetto, sono adempiuti in caso di scissione parziale dalla stessa società scissa o trasferiti, in caso di scissione totale, a una società beneficiaria appositamente designata nell'atto di scissione o individuata per legge. Mentre tutte le società beneficiarie sono responsabili in solido per le imposte, le sanzioni pecuniarie, gli interessi e ogni altro debito.

Consob – Responsabilità commissari ed esperti per falsità in prospetto – Colpa grave

Cass. Civ. – Sez. I – 17 novembre 2016, n. 23418

La responsabilità per danni verso terzi, ex art. 28 Cost., dei commissari della Consob e dei loro dipendenti od esperti, in conseguenza di atti o comportamenti adottati nell'esercizio delle loro funzioni, può sussistere solo in presenza di dolo o colpa grave. L'avvenuto accertamento, nelle precedenti fasi del giudizio, del fatto materiale, relativo ad una falsità in prospetto e alla sua rilevabilità icto oculi, una volta cristallizzata e diventata giudicato interno, comporta che non sia più modificabile anche la valutazione della condotta dei funzionari, ferma restando, soltanto, la necessità di un autonomo apprezzamento dell'elemento soggettivo dell'illecito.

Intermediazione finanziaria – Consumatori – Intervento adesivo

Cass. Civ. – S.U. – 16 novembre 2016, n. 23304

Nel giudizio promosso dai consumatori per il risarcimento del danno derivante da violazione degli obblighi informativi della Banca, relativa a negoziazione di prodotti finanziari, l'intervento adesivo del terzo (nel caso di specie: associazioni a tutela dei consumatori) è consentito ove l'interveniente sia titolare di un rapporto giuridico connesso con quello dedotto in lite da una delle parti o da esso dipendente, e non di mero fatto. Nel vigore della l. n. 281/1998 (applicabile ratione temporis) le associazioni iscritte nell'elenco di cui all'art. 3 di tale legge possono agire (o intervenire in giudizio) per la tutela collettiva degli stessi diritti riconosciuti ai consumatori, ma l'iscrizione nell'elenco deve essere provata o allegata.

Cancellazione di società di persone – Legittimazione dei soci

Cass. Civ. – Sez. I – 15 novembre 2016, n. 23269

La cancellazione di una società di persone dal Registro delle imprese, avendo effetto estintivo, è espressione di una volontà di rinuncia tacita ai diritti litigiosi o illiquidi: se la società era titolare di una situazione giuridica che si esaurisce in una pretesa di carattere contenzioso, questa si deve intendere abbandonata con la cancellazione. Non sussiste, dunque, la legittimazione attiva dei soci (nel caso di specie i soci di una s.n.c. scioltasi senza liquidazione avevano convenuto in giudizio la Banca, con cui la società aveva un rapporto di c/c, chiedendo la nullità di clausole relative a capitalizzazione trimestrale degli interessi e addebito di commissione di massimo scoperto).

Intermediari finanziari – Operazioni di investimento - Obblighi informativi della Banca

Cass. Civ. – Sez. I – 15 novembre 2016, n. 23267

Nell'ambito di un contratto di investimento, posto che la vigilanza attribuita dall'art. 129 TUB alla Banca d'Italia ha come finalità quella di assicurare la stabilità del mercato dei valori mobiliari in Italia, impedendo turbative gravi nell'afflusso di titoli sul mercato, l'obbligo di preventiva comunicazione sussiste nel caso di offerta in Italia di titoli esteri, rivolta al mercato, cioè al pubblico di investitori, e non anche nel caso di singole negoziazioni.

Reati dell'amministratore – Fatture per operazioni inesistenti – Esimente dello stato di necessità

Cass. Pen. – Sez. III – 14 novembre 2016, n. 47972

L'amministratore condannato per il reato di cui all'art. 8 D.Lgs. n. 74/2000, relativo all'emissione di fatture per operazioni inesistenti, per invocare l'esimente dello stato di necessità, ex art. 54 c.p., ha l'onere di allegare di aver agito per insuperabile stato di costrizione, avendo subito la minaccia di un male imminente non altrimenti evitabile (nel caso di specie, l'amministratore di diritto sosteneva di essere una mera “testa di legno” e di aver sottoscritto le fatture sotto la minaccia di licenziamento da parte dell'amministratore di fatto).

Bancarotta fraudolenta documentale e falso in bilancio – Condotta ed elemento soggettivo

Cass. Pen. – Sez. V – 9 novembre 2016, n. 46958

In caso di annotazioni mendaci contenute nel bilancio non si può parlare di bancarotta fraudolenta documentale, trattandosi di condotta che rientra nell'alveo delle false comunicazioni sociali. In ogni caso, in tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'ipotesi di reato di falsificazione di scritture contabili, ex art. 216, comma 1, n. 2 l. fall. richiede il dolo specifico, consistente nello scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto o di arrecare pregiudizio ai creditori.

Limiti ai poteri degli amministratori – Opponibilità a terzi

Cass. Civ. – Sez. I – 9 novembre 2016, n. 22836

Ai sensi dell'art. 2475-bis, comma 2, c.c., le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dall'atto costitutivo o dall'atto di nomina, anche se pubblicate, non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società.