Le linee guida per il finanziamento dell'impresa in crisi stanno arrivando alla loro seconda edizione.
La prima risale al 2010, quando nacquero in virtù di un progetto condiviso, nei contenuti e negli obiettivi, tra Assonime e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), con il contributo dell'Università degli Studi di Firenze.
Scopo delle “Linee - guida”, alla base di entrambe le edizioni, è quello di suggerire prassi virtuose e comportamenti che, pur non strettamente imposti dalla legge, vogliono aumentare il grado di sicurezza delle operazioni di finanziamento così da porsi come una sorta di “porto sicuro” nell'eventualità di un successivo scrutinio giudiziale.
Con la stesura di queste indicazioni, si spiega nella premessa, si ha l'obiettivo di ridurre quelle incertezze che gli operatori incontrano nel finanziamento delle operazioni di ristrutturazione attraverso “modelli virtuosi” che, da un lato, costituiscano un significativo elemento di distinzione rispetto a tentativi di risanamento inadeguati, che possono condurre anche all'insolvenza irreversibile e, dall'altro lato, nel caso di insuccesso (possibilità che non può escludersi pur mettendo in atto i comportamenti virtuosi) pongano quanto più possibile i partecipanti all'operazione di finanziamento al riparo da responsabilità non prevedibili.
Posto che la materia dei finanziamenti alle imprese in crisi si presenta quale fenomeno estremamente dinamico, ed essendo intervenute numerose modifiche successivamente al 2010, si è resa necessaria una nuova edizione di tale lavoro.
Pur continuando a esservi la distinzione tra la disciplina relativa ai finanziamenti a imprese in crisi nell'ambito di tentativi di salvataggio mediante strumenti stragiudiziali, e da quella i dei finanziamenti nell'ambito di procedure concorsuali, in seguito alle modifiche normative le discipline presentano ora rilevanti profili di sovrapposizione, come nel caso dei finanziamenti – ponte ovvero dei finanziamenti autorizzati.
Inoltre, sono ora previsti importanti interventi da parte del giudice anche in occasione di tentativi di soluzione in ambito stragiudiziale, come nel caso degli accordi di ristrutturazione.
Tali novità si ripercuotono, inevitabilmente, sulla struttura delle “nuove” Linee guida.
La versione del 2010 si componeva, appunto, di due parti: una relativa alle “buona prassi” da tenere in relazione ai finanziamenti per operazioni di ristrutturazione stragiudiziale, l'altra relativa alle prassi da tenere in sede di finanziamento per operazioni di ristrutturazione mediante procedure concorsuali.
Le bozze di tale seconda edizione sono, invece, così strutturate: una prima parte, avente carattere generale, esamina gli strumenti previsti dalla legge per il risanamento delle imprese, gli attori, il piano di risanamento ed infine l'attestazione; mentre una seconda parte analizza, in specifiche sezioni, i singoli strumenti di soluzione della crisi (il piano di risanamento attestato, gli accordi di ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo nelle sue diverse forme). Ogni paragrafo contiene, dopo un rapido inquadramento del quadro normativo di riferimento, una descrizioni dei comportamenti virtuosi e delle opportunità offerte dalla nuova legge, nonché una sintetica motivazione degli stessi.
Al momento la bozza per la seconda edizione è in attesa dell'approvazione da parte del CNDCEC; nel contempo è stata avviata una consultazione degli Ordini territoriali così da ottenere una condivisione di massima delle Linee guida e degli obiettivi qualificati per il loro miglioramento.