Osservatorio sulla Cassazione - Gennaio 2017
10 Febbraio 2017
Manipolazione del mercato: la condotta deve essere idonea ad alterare il prezzo degli strumenti finanziari Cass. Pen. – Sez. V – 25 gennaio 2017, n. 3836, sent. Il reato di manipolazione del mercato, di cui all'art. 185 TUF, ha natura di mera condotta per la cui integrazione è sufficiente che siano posti in essere comportamenti diretti a cagionare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari, senza che sia necessario il verificarsi dell'evento; tuttavia, la natura di pericolo concreto del reato esige che l'azione sia idonea a mettere in pericolo l'interesse protetto (nella specie, è stato ritenuto che la condotta degli imputati non avrebbe potuto influire sul prezzo delle azioni di una società, in quanto la determinazione del valore era già avvenuta, in epoca antecedente, tramite attività di c.d. premarketing).
Bancarotta: il giudice penale non può sindacare i presupposti di fallibilità e la qualifica di piccolo imprenditore Cass. Pen. – Sez. V – 25 gennaio 2017, n. 3821, sent. In tema di reati di bancarotta fraudolenta, il giudice penale non può sindacare i presupposti oggettivi e soggettivi della sentenza dichiarativa di fallimento e, quindi, anche della qualità di piccolo imprenditore del fallito. Parimenti, è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 150 D.Lgs. n. 5/2006 nella parte in cui prevedeva, alla data di entrata in vigore della normativa e per i ricorsi già presentati, che potesse essere emessa la sentenza di fallimento nei confronti di soggetti, quali i piccoli imprenditori, che in applicazione della nuova normativa non sarebbero stati assoggettabili al fallimento.
Illegittima segnalazione alla Centrale Rischi: il risarcimento del danno non è in re ipsa Cass. Civ.- Sez. I – 25 gennaio 2017, n. 1931, sent. In caso di illegittima segnalazione a sofferenza alla Centrale Rischi, il danno non può essere ritenuto in re ipsa: può semmai ammettersi che, ai fini del risarcimento, non già il danno, ma la sua prova sia “in re ipsa”, nel senso che gode di facilitazioni agganciate al congegno presuntivo.
La nozione di informazione privilegiata rilevante ai fini del market abuse Cass. Civ. – Sez. II – 25 gennaio 2017, n. 1890, sent. Costituisce informazione privilegiata, ai sensi dell'art. 181 TUF, l'informazione di carattere preciso circa l'imminente pubblicazione, da parte di un'autorevole azienda di servizi finanziari, di uno studio di analisi iniziale relativo a società quotata sul mercato azionario, trattandosi di notizia idonea ad influire sui prezzi dei titoli.
Il pignoramento di azioni ha effetto solo con l'annotazione sul libro soci Cass. Civ. – Sez. I – 20 gennaio 2017, n. 1588, sent. In tema di pegno e pignoramento di azioni sociali, la disciplina speciale dettata dall'art. 3 r.d. n. 239/1942 prevale su quella generale di cui all'art. 2786 c.c., con la conseguenza che per la costituzione del vincolo e per la sua opponibilità a terzi non è sufficiente lo spossessamento del titolo accompagnato da una scrittura avente data certa, ma è necessaria la doppia annotazione sul titolo e nel libro soci.
La registrazione di una ditta non assicura la prevalenza sul segno distintivo in conflitto Cass. Civ. – Sez. I – 17 gennaio 2017, n. 971, sent. In tema di segni distintivi (ditta e insegna), chi abbia registrato una ditta individuale non prevale su chi lo abbia preceduto, per il solo fatto che egli abbia adempiuto alle formalità della registrazione rispetto al titolare del medesimo segno: con riferimento al conflitto tra il preutente ed il successivo registrante, la sola registrazione non determina automaticamente né l'acquisto del diritto né la sua prevalenza rispetto al segno in conflitto.
Il sequestro Antimafia dell'intero patrimonio non impedisce il fallimento della società Cass. Civ. – Sez. I – 12 gennaio 2017, n. 608 La presenza di una misura di prevenzione penale Antimafia non impedisce il fallimento di una società: l'art. 63, comma 6, Codice Antimafia prevede espressamente la chiusura del fallimento, ex art. 119 l. fall., allorquando nella massa attiva siano ricompresi esclusivamente beni già sottoposti a sequestro, e una regola analoga vige, ex art. 64, comma 7, per il caso di sequestro o confisca sopravvenuti al fallimento.
Dichiarazione di fallimento: valida la notifica all'indirizzo PEC di società cancellata Cass. Civ. – Sez. I – 12 gennaio 2017, n. 602, sent. Anche nel caso in cui la società sia cancellata dal registro delle imprese, il ricorso per la dichiarazione di fallimento è validamente notificato, ai sensi dell'art. 15, comma 3, l. fall., all'indirizzo PEC della società.
Prova della qualifica di amministratore di fatto ai fini della responsabilità per bancarotta fraudolenta Cass. Pen. – Sez. V – 5 gennaio 2017, n. 547, sent. Ai fini della responsabilità per bancarotta fraudolenta distrattiva, per la configurabilità della veste di amministratore di fatto in capo ad un soggetto occorre l'esercizio, continuativo e non occasionale, di funzioni riservate alla competenza tipica degli amministratori di diritto e il godimento di un'autonomia decisionale. La prova della qualifica di amministratore di fatto può essere ricavata dal conferimento di una procura generale ad negotia (nel caso di specie, si è fatto riferimento a una procura speciale, in difetto di motivazione circa se, quando e come, la stessa sia stata concretamente usata dall'imputato).
L'accomandante può compiere atti di amministrazione Cass. Civ. – Sez. II – 10 gennaio 2017, n. 335, sent. All'accomandante è consentito il compimento di atti di amministrazione e di operazioni gestorie, purchè ciò avvenga nel quadro di un rapporto di subordinazione all'accomandatario o in base a procura speciale a lui rilasciata per singoli fatti (nel caso di specie, viene ritenuta valida la convocazione d'assemblea condominiale da parte dell'accomandante, redatta su carta intestata della società amministratrice di condominio).
Notifiche – Rito societario Cass. Civ. – Sez. I. – 4 gennaio 2017, n. 89, sent. Anche dopo l'introduzione del modello processuale speciale del diritto societario, nel caso di chiamata in giudizio di più convenuti, il termine di 10 giorni per la costituzione dell'attore, ex art. 165, comma 1, c.p.c., si consuma con il decorso di 10 giorni dal perfezionamento della prima notificazione verso uno dei convenuti dell'atto di citazione, conformemente alla lettera e alla ratio della norma prevista dal secondo comma dello stesso articolo.
Responsabile l'intermediario per un prolungato discostamento dal benchmark Cass. Civ. – Sez. I – 3 gennaio 2017, n. 24, sent. Nei contratti aventi ad oggetto la gestione di portafogli di valori mobiliari, gli obblighi posti a carico dell'intermediario prevedono, tra l'altro, la preventiva indicazione del grado di rischio: a tal fine assume un ruolo fondamentale il benchmark, che pur non imponendo al gestore di acquistare titoli nelle proporzioni indicate, costituisce un modo per valutare la razionalità e l'adeguatezza dell'attività dell'intermediario, giacchè a ogni benchmark è associato un rischio, misurato statisticamente (nella specie, l'intermediario è stato condannato al risarcimento dei danni per aver agito, per un periodo continuativo, in difformità dal benchmark indicato nel contratto di gestione).
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