Modello 231 nell’approfondimento della Fondazione Nazionale

Il D.Lgs. n. 231/2001 è al centro del contributo pubblicato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti il 29 luglio scorso, a firma di Annalisa De Vivo. Tale decreto disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

Destinatari della normativa sono, come osserva l'autrice, tutte le persone giuridiche (associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato che non svolgono attività economica e che acquistano personalità giuridica ex D.P.R. 10 febbraio 2001, n. 361), nonché le società di capitali e le cooperative e gli enti privati sprovvisti di personalità giuridica, oltre alle associazioni non riconosciute. E gli enti del terzo settore?

«

Ancorché gran parte di tali enti siano espressamente inclusi nel perimetro applicativo della norma – specifica la De Vivo – l'assenza del fine di lucro e la carenza del carattere imprenditoriale dell'attività svolta da alcuni di essi hanno animato unintenso dibattito dottrinale, nell'ambito del quale tutti i dubbi sono stati pressoché unanimemente fugati alla luce sia del dato testuale, sia della considerazione dell'attività svolta in concreto

»

.

Visto e considerato che sempre più spesso le Amministrazioni Pubbliche fanno ricorso al terzo settore per l'affidamento di servizi alla persona, occorre un approfondimento in materia. Nel testo viene specificato che il ruolo degli enti no profit nel comparto dei servizi sociali è stato posto all'attenzione dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha fornito importanti indicazioni operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore, chiamati ad operare nel rispetto della normativa vigente e dei principi che ne scaturiscono.