Osservatorio sulla Cassazione - Dicembre 2015

La Redazione
08 Gennaio 2016

Rassegna di giurisprudenza della Cassazione del mese di dicembre 2015.

Responsabilità degli enti – rappresentanza

Cass. Pen. – Sez. V, 21 dicembre 2015, n. 50102

Ai sensi dell'art. 39, d.lgs. n. 231/2001, il rappresentante legale dell'ente non può assumerne la rappresentanza processuale nel giudizio a carico della società laddove egli sia imputato per il reato presupposto, posta l'incompatibilità che deriva dalla presunzione iuris et de iure della sussistenza di un conflitto di interessi tra le parti. La medesima circostanza comporta inoltre il divieto per il rappresentante legale di compiere atti difensivi nell'interesse dell'ente, ivi compresa la nomina del difensore di fiducia di quest'ultimo. Gli eventuali atti comunque posti in essere devono ritenersi assolutamente inefficaci.

Trust – profili tributari

Cass. Civ. - Sez. Trib., 18 dicembre 2015, n. 25478

Nell'ambito del trust, il trustee è l'unica persona di riferimento nei rapporti con i terzi, non già quale legale rappresentante ma come soggetto che dispone del diritto, con la conseguenza che il procedimento instaurato dal legale rappresentante in virtù di una presunta soggettività giuridica del trust è viziato, salvo che il ricorso raggiunga comunque il proprio scopo attraverso l'assunzione della titolarità del rapporto processuale da parte del trustee.

Responsabilità degli amministratori – prescrizione

Cass. Civ. - Sez. I, 14 dicembre 2015, n. 25178

In tema di azione di responsabilità verso amministratori e sindaci ai sensi dell'art. 2394 c.c., il termine di prescrizione per l'esercizio delle stessa da parte dei creditori sociali (e per essi dal curatore del fallimento) decorre dal momento in cui l'insufficienza del patrimonio sociale risulti da qualsiasi fatto conosciuto, non richiedendosi a tal fine che essa risulti da un bilancio approvato dall'assemblea dei soci. L'insufficienza patrimoniale può anche essere anteriore alla data di apertura della procedura concorsuale, ma in ogni caso l'onere di provare che essa si è manifestata ed è divenuta conoscibile prima della dichiarazione di fallimento grava sull'amministratore o sul sindaco che eccepisca la prescrizione.

Associazione in partecipazione – utili

Cass. Civ. - Sez. Lav., 14 dicembre 2015, n. 25158

Il contratto di associazione in partecipazione con apporto di prestazione lavorativa da parte dell'associato, si distingue dal contratto di lavoro subordinato con retribuzione collegata agli utili di impresa in virtù dell'elemento essenziale della partecipazione dell'associato al rischio di impresa e alla distribuzione non solo degli utili, ma anche delle perdite.

Banca d'Italia – sanzioni amministrative

Cass. Civ. – Sez. II, 14 dicembre 2015, n. 25142

In materia di intermediazione finanziaria e, in particolare, sulla natura del termine stabilito per la conclusione del procedimento irrogativo della sanzione amministrativa per violazione delle disposizioni in materia, gli eventuali vizi del procedimento amministrativo che si svolge innanzi alla Consob ai sensi dell'art. 195, d.lgs. n. 58/1998, non sono rilevanti in ragione tanto della natura vincolata del provvedimento sanzionatorio, quanto della immodificabilità del suo contenuto.

Versamenti soci – postergazione

Cass. Civ. – Sez. I, 9 dicembre 2015, n. 24861

I versamenti che a vario titolo i soci effettuano a favore della società possono essere qualificati quali somme a titolo di mutuo, con il conseguente obbligo per la società di restituire la somma ricevuta ad una determinata scadenza, oppure di versamento destinato a confluire in apposita riserva in conto capitale, il quale dunque non determina il sorgere di un credito esigibile, se non per effetto dello scioglimento della società e nei limiti dell'eventuale attivo del bilancio di liquidazione, essendo più simile al capitale di rischio che a quello di credito e connotandosi per la postergazione della sua restituzione.

Utili extracontabili – profili processuali

Cass. Civ. – Sez. VI, 4 dicembre 2015, n. 24793

Nel giudizio avente ad oggetto l'avviso di accertamento relativo al socio di una società di capitali a ristretta base sociale deve riconoscersi l'efficacia riflessa del giudicato formatosi nel giudizio intercorso tra l'Agenzia delle entrate e la società con cui sia stata accertata l'insussistenza di utili extracontabili della stessa, circostanza che rimuove il presupposto da cui dipende l'accertamento del maggior utile da partecipazione del socio e che non lede il diritto di difesa dell'Erario, avendo quest'ultimo partecipato al giudizio in cui si è formato il giudicato sfavorevole.

Amministratori - compenso

Cass. Civ. – Sez. Trib., 4 dicembre 2015, n. 24768

Qualora lo statuto non stabilisca la determinazione del compenso degli amministratori di società di capitali, è necessaria a tal fine un'esplicita delibera assembleare che non può considerarsi implicita in quella di approvazione del bilancio, conseguentemente l'approvazione del bilancio contenente la posta relativa ai compensi degli amministratori non è idonea a configurare la specifica delibera richiesta dall'art. 2389 c.c., salvo che un'assemblea convocata solo per l'approvazione del bilancio, essendo totalitaria, non abbia espressamente discusso e approvato la proposta di determinazione dei compensi degli amministratori.

Utili extracontabili – profili processuali

Cass. Civ. – Sez. VI, 2 dicembre 2015, n. 24572

L'accertamento tributario nei confronti di una società di capitali a base ristretta, in riferimento ad utili extracontabili, costituisce un indispensabile antecedente logico-giuridico dell'accertamento nei confronti dei soci, in virtù dell'unico atto amministrativo da cui entrambe le rettifiche promanano, con la conseguenza che non ricorre (come invece accede per le società di persone) un'ipotesi di litisconsorzio necessario.

Accertamenti fiscali - litisconsorzio

Cass. Civ. – Sez. VI, 1 dicembre 2015, n. 24472

In materia tributaria, l'accertamento e la rettifica delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone e dei soci delle stesse, con la conseguente automatica imputazione dei redditi a ciascun socio proporzionalmente alla quota di partecipazione agli utili ed indipendentemente dalla percezione degli stessi, sono caratterizzati dall'unitarietà. Ciò comporta che il ricorso tributario proposto da uno dei soci o dalla società riguarda inscindibilmente sia la società che tutti i soci, configurando dunque un'ipotesi di litisconsorzio necessario originario.

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