Osservatorio sulla Cassazione - Marzo 2016
08 Aprile 2016
Concorrenza sleale – storno dipendenti Cass. Civ. – Sez. I, 31 marzo 2016, n. 6274, sent. Ai fini dell'individuazione dell'animus nocendi nell'illecito di concorrenza sleale, consistente nella volontà di appropriarsi, attraverso un gruppo di dipendenti, del metodo di lavoro e dell'ambito operativo del concorrente, è sufficiente il perseguimento del risultato di ottenere un vantaggio competitivo a danno di quest'ultimo, acquisendone lo staff di lavoratori qualificati e svuotandone così l'organizzazione dalle specifiche risorse operative.
Responsabilità amministrativa degli enti - confische Cass. Pen. – Sez. VI, 25 marzo 2016, n. 12653, sent. Laddove la condotta illecita riconducibile ad uno dei reati presupposto di cui al D.Lgs. n. 231/2001, sia stata posta in essere da un soggetto che ricopre la posizione di organo apicale di due diversi enti facendone conseguire un interesse o vantaggio, la misura della confisca di cui all'art. 19 deve essere determinata distinguendo il profitto conseguito da ciascuna delle società coinvolte.
Cessione quote sociali – interposizione di persona Cass. Civ. – Sez. I, 21 marzo 2016, n. 5507, sent. L'intestazione fiduciaria di titoli azionari (o di quote di partecipazione societaria) integra gli estremi dell'interposizione reale di persona, per effetto della quale l'interposto acquista la titolarità delle azioni o delle quote, pur essendo, in virtù di un rapporto interno con l'interponente di natura obbligatoria, tenuto ad osservare un certo comportamento, convenuto con il fiduciante, nonché a ritrasferire i titoli a quest'ultimo ad una scadenza convenuta ovvero al verificarsi di una situazione che determini il venir meno del rapporto fiduciario.
Responsabilità amministrativa degli enti - fusione Cass. Pen. – Sez. VI, 17 marzo 2016, n. 11442, sent. In caso di fusione anche per incorporazione di una società responsabile di illeciti amministrativi, l'ente che risulta dall'operazione risponde dei reati dei quali erano responsabili le società partecipanti, evitando così il rischio che tali vicende modificative si risolvano in una modalità di elusione della responsabilità.
Amministratore di fatto – poteri gestori Cass. Pen. – Sez. III, 16 marzo 2016, n. 10974, sent. Il solo accordo per l'uso di un timbro recante il nome della società non può costituire indizio sufficiente della veste di amministratore di fatto di una società di capitali, la quale, pur non richiedendo l'esercizio di tutti i poteri tipici dell'organo di gestione, postula comunque una significativa, penetrante e regolare partecipazione alla attività gestoria, svolta cioè in modo non episodico od occasionale.
Intermediazione finanziaria - responsabilità Cass. Civ. – Sez. I, 15 marzo 2016, n. 5089, sent. In tema di intermediazione finanziaria, la violazione dei doveri di informazione del cliente e di corretta esecuzione delle operazioni previste a carico dei soggetti autorizzati, può dar luogo a responsabilità risarcitoria precontrattuale. Nel giudizio promosso dal cliente, grava sull'intermediario l'onere della prova della sua diligenza e dell'adempimento delle obbligazioni poste a suo carico.
Responsabilità amministrativa dell'ente – condotte riparatorie Cass. Pen. – Sez. II, 14 marzo 2016, n. 8854, sent. L'art. 17 D.Lgs. n. 231/2001 impone al giudice di merito la rigorosa verifica degli impegni assunti dalla società, non in termini di mera azione risarcitoria, ma di eliminazione concreta delle conseguenze dannose o pericolose del reato o comunque di un'efficace attivazione in tal senso. L'ente interessato è dunque chiamato ad una determinazione del danno e delle conseguenze non per iniziative unilaterali, ma in virtù di una collaborazione concreta o comunque del contatto con la controparte, tale da dimostrare di essersi efficacemente adoperato, come richiede la norma citata.
Ammissione al passivo – contratti bancari Cass. Civ. - Sez. VI-1, 9 marzo 2016, n. 4567, sent. Il contratto di conto corrente bancario, privo di data certa, non è opponibile al fallimento e risultano comunque nulle le clausole che prevedano la corresponsione di interessi superiori al tasso legale, determinati “secondo uso piazza”, e degli interessi sugli interessi.
S.n.c. - Cessione di quote Cass. Civ. - Sez. III, 8 marzo 2016, n. 4519, sent. Ai fini della validità della cessione di quota sociale non sono previsti requisiti di forma, neppure nell'ipotesi in cui il patrimonio sia costituito da beni immobili né tantomeno nel caso di mandato irrevocabile dalla cui lettera risulti l'interesse giuridico della società alla cessione.
Cessione ramo azienda – rapporti di lavoro Cass. Civ. – Sez. Lav., 8 marzo 2016, n. 4500, sent. In tema di cessione di ramo d'azienda, il canone dell'articolazione funzionalmente autonoma di un'attività economica organizzata rappresenta un requisito indispensabile per configurare un'efficace cessione del contratto di lavoro senza il consenso del lavoratore, prima ed oltre alla questione della preesistenza del ramo ceduto.
Scissione – garanzia patrimoniale Cass. Civ. – Sez. I, 7 marzo 2016, n. 4455, sent. Ogni società derivante dalla scissione può essere chiamata a rispondere solidalmente del passivo consolidato in sede di procedura fallimentare, rispondendone per intero solo la società cui il debito è trasferito o mantenuto, mentre le altre sono responsabili nei limiti della quota di patrimonio netto di loro spettanza come determinata al momento dell'avvenuta scissione.
Approvazione del bilancio – distribuzione utili Cass. Civ. – Sez. I, 2 marzo 2016, n. 4119, sent. Ai sensi dell'art. 2433 c.c., nelle s.p.a. il diritto del singolo azionista a conseguire l'utile di bilancio sorge solo e nella misura in cui la maggioranza assembleare ne disponga la distribuzione, mentre prima della deliberazione si è in presenza di una semplice aspettativa, ben potendo l'assemblea decidere di impiegare diversamente gli utili conseguiti. Il socio ha dunque il diritto di impugnare la delibera di approvazione del bilancio solo laddove la violazione dei principi di trasparenza e correttezza lo abbia concretamente indotto in errore circa le informazioni sulla consistenza patrimoniale e l'efficienza economica della società, oppure quando l'alterazione o l'incompletezza dei dati abbia cagionato un pregiudizio economico per il valore della sua partecipazione.
Consob – sanzioni amministrative Cass. Civ. - Sez. I, 2 marzo 2016, n. 4114, sent. Il principio del favor rei, proprio della materia penale, non si estende alle sanzioni amministrative (nel caso di specie, veniva contestata la violazione dell'art. 187-ter T.U.F.) le quali sono invece rette dal principio del tempus regit actum, non potendo valere in senso opposto neppure il richiamo al principio del giusto processo elaborato dalla giurisprudenza comunitaria. |