Osservatorio sulla Cassazione – Ottobre 2016
11 Novembre 2016
Amministratore di diritto – bancarotta fraudolenta Cass. Pen. – Sez. VII, 24 ottobre 2016, n. 44513, ord. Nelle ipotesi di bancarotta documentale può ben ritenersi responsabile del reato anche colui che sia stato investito soltanto in via formale dell'amministrazione dell'impresa fallita. Ciò a fronte del diretto e personale obbligo previsto in capo all'amministratore di diritto di vigilare, controllare e verificare le scritture contabili, di modo che queste consentano di ricostruire i movimenti degli affari della fallita.
Società di persone – clausola compromissoria Cass. Civ. – Sez. VI, 24 ottobre 2016, n. 21422, ord. È nulla la clausola compromissoria presente nello statuto di una società di persone la quale disponga che la nomina dell'arbitro, destinato a dirimere le controversie che insorgano tra i soci o tra i soci e la società stessa, sia rimessa alle parti, essendo tale clausola illegittima per violazione dell'art. 34, comma 2, D.Lgs. n. 5/2003, applicabile anche alle clausole anteriori a tale data. Ai sensi di tale articolo, infatti, indipendentemente dal numero e dalle modalità di nomina, il potere di designazione degli arbitri dev'essere conferito a pena di nullità ad un soggetto che sia estraneo alla società.
Sequestro preventivo – emissione di fatture per operazioni inesistenti Cass. Pen. – Sez. III, 18 ottobre 2016, n. 43952,sent. In materia di emissione di fatture per operazioni inesistenti, il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, non può essere disposto sui beni dell'emittente per il valore corrispondente al profitto conseguito dall'utilizzazione delle fatture medesime, poiché il regime derogatorio previsto dall'art. 9 D.Lgs. n. 74/2000 - escludendo la configurabilità del concorso reciproco tra chi emette le fatture e chi se ne avvale - impedisce l'applicazione del principio solidaristico, valido nei soli casi di illecito plurisoggettivo.
Società in accomandita semplice – fallimento in estensione Cass. Civ. Sez. VI, 13 ottobre 2016, n. 20671, ord. Il fallimento di un socio accomandatario di una s.a.s., ai sensi dell'art. 147 l. fall., può essere dichiarato anche dopo un anno dall'annotazione sul Registro delle imprese della nomina del liquidatore della società. Infatti, la messa in liquidazione di una s.a.s. non fa venir meno la responsabilità dei soci accomandatari, dato che nessuna norma prevede una tale disciplina, né tale conseguenza può farsi derivare dall'attribuzione dei poteri di gestione a un liquidatore. Essi rispondono in quanto soci e non perché abbiano o meno ricoperto anche la carica di amministratori.
Operazione simulata – responsabilità penale Cass. Pen. – Sez. III, 5 ottobre 2016, n. 41755, sent. Ai sensi dell'art.10-bis, comma 13, del riformato Statuto del contribuente - secondo il quale «le operazioni abusive non danno luogo a fatti punibili ai sensi delle leggi penali tributarie» - può definirsi elusiva, e pertanto penalmente irrilevante, solamente una operazione che, pur principalmente finalizzata al conseguimento di un vantaggio tributario, sia tuttavia caratterizzata da una effettiva e reale funzione economico sociale meritevole di tutela per l'ordinamento, tale non potendosi ritenere un'operazione che sia, viceversa, meramente simulata.
IRAP – collaboratore famigliare Cass. Civ. – Sez. VI, 7 ottobre 2016, n. 20282, ord. L'imprenditore familiare che si avvale della collaborazione del coniuge, compilando il rigo del quadro RG “quote imputate ai collaboratori dell'impresa familiare o al coniuge di azienda coniugale”, è soggetto ad IRAP, integrando la collaborazione dei partecipanti quel quid pluris dotato di attitudine a produrre una ricchezza ulteriore (o valore aggiunto) rispetto a quella conseguibile con il solo apporto lavorativo personale del titolare.
Società di capitali – litisconsorzio necessario Cass. Civ. – Sez. trib., 7 ottobre 2016, n. 20141, sent. Stabilito che per le società di capitali a ristretta base societaria l'accertamento tributario nei confronti della società costituisce un imprescindibile antecedente logico-giuridico dell'accertamento nei confronti dei soci, in virtù dell'unico atto amministrativo da cui entrambe le rettifiche promanano, e considerato che per questo tipo di società non ricorre l'ipotesi di litisconsorzio necessario tra soci e società, è necessario trovare un altro modo per coordinare i procedimenti. Tale metodo di coordinamento può essere ravvisato nel meccanismo della sospensione del processo sull'avviso di accertamento nei confronti del socio fino alla definizione, con sentenza passata in giudicato, del processo sull'avviso di accertamento nei confronti della società, o attraverso il meccanismo della riunione dei processi.
Giurisdizione ordinaria – società a partecipazione pubblica Cass. Civ. – Sez. Un., 3 ottobre 2016, n. 19676, ord. La delibera con cui un Ente locale nomina il suo rappresentante nel c.d.a. di una società interamente partecipata da questo, attribuisce al soggetto nominato un potere –ossia quello di essere parte dell'amministrazione - che non è identificabile come una posizione di interesse legittimo, bensì di diritto soggettivo. Sicché una eventuale impugnazione di tale delibera si presenta alla stregua di una contestazione di tale diritto soggettivo e, pertanto, la giurisdizione spetterà al giudice ordinario, a meno che non vi sia una specifica attribuzione al giudice amministrativo di una giurisdizione su diritti. |