Osservatorio sulla Cassazione – Dicembre 2016
13 Gennaio 2017
Accomandatari e obbligo di iscrizione nella gestione assicurativa di esercenti attività commerciale Cass. Civ. – Sez. Lav. – 30 dicembre 2016, n. 27588, sent. Ai sensi dell'art. 1, comma 203, L. n. 662/1996, che ha modificato l'art. 29 L. n. 160/1975, e dell'art. 3 L. n. 45/1986, nelle società in accomandita semplice la qualità di socio accomandatario non è sufficiente a far sorgere l'obbligo di iscrizione nella gestione assicurativa degli esercenti attività commerciali, essendo necessaria anche la partecipazione personale al lavoro aziendale, con carattere di abitualità e prevalenza, la cui ricorrenza deve essere provata dall'istituto assicuratore.
Riportabilità delle perdite fiscali e fusione per incorporazione Cass. Civ. – Sez. Trib. – 22 dicembre 2016, n. 26697, sent. In caso di società che partecipino ad operazioni straordinarie (fusione per incorporazione), i versamenti effettuati dai soci, ex art. 2447 c.c., per ricostituire il capitale sociale non possono essere ricompresi nel computo delle perdite fiscali, previsto dal Tuir: in tale ipotesi trova applicazione l'art. 172, comma 7, Tuir, secondo cui le perdite conseguite dalle società partecipanti alla fusione sono riportabili nel limite del patrimonio netto delle stesse, ma al netto dei versamenti effettuati dai soci nei 24 mesi precedenti la data della situazione patrimoniale di riferimento.
Sempre assoggettabili al fallimento le società aventi ad oggetto un'attività commerciale Cass. Civ. – Sez. I – 14 dicembre 2016, n. 25730, sent. Le società costituite nelle forme previste dal codice civile ed aventi ad oggetto una attività commerciale, sono assoggettabili al fallimento indipendentemente dall'effettivo esercizio di una siffatta attività, in quanto esse acquistano la qualità di imprenditore commerciale dal momento della loro costituzione, non già dall'inizio del concreto esercizio dell'attività di impresa, al contrario di quanto avviene per l'imprenditore commerciale individuale.
Bancarotta fraudolenta: rilevanza di fatti successivi all'omologa di concordato fallimentare Cass. Pen. – Sez. V – 13 dicembre 2016, n. 52622, sent. Il delitto di bancarotta fraudolenta può configurarsi anche nel caso in cui gli atti di distrazione siano successivi alla sentenza di omologa, ancorché provvisoriamente esecutiva, del concordato fallimentare: finché non vi sia la chiusura del fallimento, che avviene solo con il passaggio in giudicato della sentenza che omologa il concordato, le disposizioni patrimoniali devono rispondere al fine di conservazione del patrimonio fallimentare, a garanzia dei creditori tutti; diversamente possono ben ravvisarsi le ipotesi di bancarotta fallimentare di cui all'art. 216, comma 3, l. fall.
Pertinenza di atti degli amministratori all'oggetto sociale Cass. Civ. – Sez. I – 12 dicembre 2016, n. 25409 Ai fini della valutazione della pertinenza di un atto degli amministratori di una società all'oggetto sociale, il criterio da seguire è quello della strumentalità, diretta o indiretta, dell'atto rispetto all'oggetto sociale stesso, inteso come la specifica attività economica concordata dai soci nell'atto costitutivo, non essendo sufficiente il criterio dell'astratta previsione, nello statuto, del tipo di atto posto in essere.
Estensione all'obbligato solidale dell'effetto estintivo dell'obbligazione Cass. Civ. – Sez. II – 12 dicembre 2016, n, 25354, ord. interlocutoria La Cassazione rimette gli atti al Primo Presidente per l'eventuale assegnazione alle Sezioni Unite della questione se l'estinzione dell'obbligazione, ex art. 14 u.c., L. n. 689/81 nei confronti dell'autore della violazione (la società) si estenda, o meno, all'obbligato in solido (rappresentante legale della società).
Bancario – Assegni – Sanzioni per emissione di assegni privi di provvista Cass. Civ. – Sez. I – 2 dicembre 2016, n. 24724, sent. In caso di assegni privi di provvista, sussiste l'obbligo del trattario di comunicare anche al “delegato di traenza”, che abbia emesso l'assegno, il preavviso di cui all'art. 9-bis L. n. 386/1990, permettendogli così di fare uso della facoltà prevista dall'art. 8. Tale comunicazione costituisce presupposto necessario per l'eventuale sanzione di cui all'art. 9, ove non intervenga il pagamento nel termine previsto.
Fatti post-concordatari penalmente rilevanti – Bancarotta fraudolenta Cass. Pen. – Sez. V. – 1 dicembre 2016, n. 51277, sent. Le condotte di spoliazione di una società ammessa al concordato, addebitate all'amministratore, non sono “coperte” dal decreto di omologa e possono assumere rilevanza penale: l'art. 217-bis l. fall. esclude la responsabilità per le operazioni compiute in esecuzione di un concordato preventivo solo con riferimento ai delitti di bancarotta semplice e preferenziale, e non anche quando si ravvisino fatti concretanti un delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale, quali appunto l'aver distratto o dissipato risorse della società.
Atti del rappresentante della società in conflitto di interesse Cass. Civ. – Sez. I – 1 dicembre 2016, n. 24547, sent. In caso di perfetta coincidenza delle compagini sociali di due società, le quali perseguano progetti imprenditoriali di tipo unitario o comunque coordinato, la fideiussione rilasciata dalla prima per assicurare un finanziamento dell'altra, amministrata dal medesimo soggetto, non può ritenersi stipulata in conflitto di interessi, perché il buon andamento della garantita si risolve anche in un vantaggio per la garante.
Intermediari finanziari – Diligenza e specificazione del grado di rischiosità dell'investimento - Benchmark Cass. Civ. – Sez. I – 1 dicembre 2016, n. 24545, sent. Nell'ambito di un contratto di servizi di investimento, l'intermediario deve assolvere ad obblighi di diligenza, correttezza e trasparenza, ai sensi dell'art. 21 TUF, che si concretizzano nell'indicazione delle caratteristiche della gestione e della sua rischiosità; a tal fine il parametro oggettivo di riferimento (il benchmark) assume rilievo non esclusivo, ma certamente concorrente, a definire le caratteristiche della gestione. L'obbligo di diligenza, che si compone in particolare del dovere di trasparenza, richiede la specificazione del grado di rischiosità relativa alle forme di investimento, da intendersi come parametro composito. |