Banca d’Italia: rilevazione sui prodotti over-the-counter

13 Gennaio 2016

Con “ Comunicato Stampa” del 18 novembre 2015, la Banca d'Italia ha divulgato la Rilevazione sui Prodotti over-the-counter a fine giugno 2015 dei contratti derivati over-the-counter. Tale indagine, effettuata annualmente sin dal 1998, nasce dall'iniziativa del Committee on the Global Financial Sistem, della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).

Con “ Comunicato Stampa” del 18 novembre 2015, la Banca d'Italia ha divulgato la Rilevazione sui Prodotti over-the-counter a fine giugno 2015 dei contratti derivati over-the-counter. Tale indagine, effettuata annualmente sin dal 1998, nasce dall'iniziativa del Committee on the Global Financial Sistem, della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).

I soggetti coinvolti sono un campione di banche ed intermediari finanziari italiani maggiormente operativi nel comparto, a cui sono riconducibili oltre il 90% delle operazioni in derivati finanziari (Unicredit, Intesa SanPaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi Banca e Mediobanca spa).

L'oggetto dell'indagine sono il valore nozionale e il valore lordo di mercato (positivo e negativo) calcolati in dollari dello stock in derivati finanziari su: a) tassi di cambio; b) tassi di interesse; c) azioni e indici azionari (equità- linked), merci (commodities); stipulati dai citati gruppi bancari.

Lo scopo è la raccolta semestrale di statistiche sui derivati su base consolidata negoziati sui mercati non regolamentati e si fonda sulle raccomandazioni del Rapporto “ Proposals for improving global derivatives market statistics” presentato dal Committee on the Global Financial Sistem nel luglio del 1996.

La necessità di tenere sotto controllo il mercato finanziario sui derivati OTC è sempre più pregnante per le Autorità di Vigilanza statali ed Internazionali, in ragione della concreta possibilità di gravi perdite economiche per gli investitori dovuta al c.d. effetto leva ed alla diffusione di tali strumenti finanziari che negli ultimi anni ha ormai raggiunto un valore complessivo delle attività sottostanti di centinaia di miglia di dollari.

Non meno gravi possono essere i rischi per la stabilità del sistema bancario nel caso in cui gli istituti di credito dovessero esporsi in maniera eccessiva, ovvero non adeguata al proprio patrimonio, nell'attività in strumenti finanziari. Anche per tali motivi sono ormai sempre più frequenti i c.d. stress test a cui sono sottoposti gli istituti di Credito dalle Autorità di Vigilanza, al fine di valutare le capacità patrimoniali di superare eventuali congiunture economiche negative.

Il principio della sana e prudente gestione ha, altresì, indotto le Autorità Internazionali ad una sempre più frequente e puntuale promulgazione di norme e regolamenti per tutelare gli investitori e la stabilità del sistema bancario. Su questo piano si pongono gli accordi di Basilea e la Direttiva dell'Unione Europea 2004/39/CE, conosciuta come direttiva MIFID (Markets in Financial Instruments Directive).

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