Il diritto soggettivo al compenso dell’amministratore non giustifica l’autoliquidazione

La Redazione
23 Maggio 2017

In tema di compenso dell'amministratore, al fine di superare la presunzione di onerosità, la clausola statutaria deve prevedere espressamente la gratuità dell'incarico e non presentare margini di ambiguità sul punto.

In tema di compenso dell'amministratore, al fine di superare la presunzione di onerosità, la clausola statutaria deve prevedere espressamente la gratuità dell'incarico e non presentare margini di ambiguità sul punto.

Dalla natura di diritto soggettivo del compenso deriva che, ove l'assemblea non provveda alla determinazione ovvero lo determini in misura manifestamente inadeguata, l'amministratore possa rivolgersi al tribunale per la sua determinazione. La determinazione del compenso degli amministratori deve trovare aggancio in un criterio di proporzione con l'entità della prestazione in concreto eseguita e con il risultato fatto conseguire alla società (ad es.: situazione societaria, resa economica e impegno dell'amministratore, attività prestata, situazione economica e utili conseguiti).

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