Si è celebrata sabato scorso, nell'Aula Magna della Corte d'Appello di Milano, l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario Tributario Lombardo 2015, davanti all'Assemblea plenaria del distretto della Lombardia. Molteplici le istanze di riforma del sistema di giustizia tributaria che si evincono dalle relazioni, talune già recepite nella delega fiscale, che si spera trovino compiuta attuazione entro la fine di quest'anno.
Si è celebrata sabato 28 marzo, nell'Aula Magna della Corte d'Appello di Milano, l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario Tributario Lombardo 2015, davanti all'Assemblea plenaria del distretto della Lombardia.
La solenne cerimonia si è aperta, come di rito, dal saluto e dalla relazione del Primo Presidente della Commissione Tributaria Regionale per la Lombardia, Domenico Chindemi.
Hanno fatto seguito gli interventi di Mario Cavallaro, Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, Massimo Scuffi, presidente della Commissione Formazione ed Aggiornamento in seno al medesimo organo, Salvatore Labruna, Dirigente regionale della Giustizia Tributaria, Ennio Sepe in rappresentanza dell'Associazione Magistrati Tributari, Alessandro Solidoro (Presidente ODCEC di Milano), Filippo Danovi ed infine dei proff.ri Maurizio Leo, Francesco Tesauro e Gianfranco Gaffuri.
Molteplici le istanze di riforma del sistema di giustizia tributaria che si evincono dalle relazioni, talune già recepite nella Delega fiscale, che si spera trovino compiuta attuazione entro la fine del 2015 e che sono sussumibili a tre grandi tematiche:
configurazione effettiva del sistema quale4° giurisdizione dello Stato: considerata la funzione giurisdizionale delle Commissioni, che ricordiamo essere articolazioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'organo giudicante dovrebbe garantire indipendenza, imparzialità e terzietà in conformità con il dettato di cui agli artt. 101 e 104 della Costituzione. Ne discende come corollario la necessità di una maggior garanzia del contribuente, allineata ai principi costituzionali e sovranazionali (in particolare alla CEDU): si auspica dunque un rafforzamento del contraddittorio endoprocedimentale ed una rivisitazione del sistema delle presunzioni, ed ancora l'applicazione in campo tributario delle norme sul giusto processo.
formazione, professionalità, remunerazione del giudice tributario: anche in conseguenza delle istanze di cui al punto precedente, occorre riformare e garantire la formazione, i requisiti di professionalità e specializzazione, e necessariamente la remunerazione (attualmente percepita come inconsistente e non commisurata alla natura della funzione) del giudice tributario. Da rivisitare dunque anche il carattere spesso “onorario” e “part-time” dei singoli giudici tributari. Per questo motivo sarebbe inoltre opportuno confinare l'ipotesi di introduzione di un giudice monocratico al solo contenzioso minore, onde non pregiudicare la necessaria competenza multidisciplinare dell'organo giudicante (dall'ODCEC l'impulso ad una maggiore presenza dei commercialisti all'interno delle Commissioni).
efficienza e riduzione del contenzioso arretrato: viene sottolineata, da ultimo, l'esigenza di una maggiore efficienza del sistema di contenzioso tributario, anche al fine di ridurre i carichi pendenti. Nel programma di riforma, in particolare, il rafforzamento degli strumenti deflattivi preprocessuali (mediazione) ed endoprocessuali (introduzione della conciliazione in ogni stato e grado di giudizio), l'implementazione della tutela cautelare, e l'introduzione graduale del processo tributario telematico, che verrà attuata dapprima in due regioni pilota.
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