Se la CTR ha annullato la cartella, niente sequestro dei beni
30 Settembre 2015
Se la CTR ha annullato la cartella esattoriale, e anche se la pronuncia non è definitiva, i beni del presunto evasore finiti confiscati devono essere dissequestrati. Lo hanno affermato i Giudici della Corte di Cassazione, nella sentenza del 28 settembre 2015, n. 39187. In essa, gli Ermellini sono stati chiamati a giudicare il caso di un imprenditore accusato di aver sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In tema di reati tributari, secondo Piazza Cavour, “il profitto del reato oggetto del sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente è costituito dal risparmio economico derivante dalla sottrazione degli importi evasi alla loro destinazione fiscale, che rimane inalterato anche nella ipotesi di sospensione della esecutività della cartella esattoriale da parte della Commissione Tributaria”. I Giudici hanno quindi sottolineato come, nel caso in esame, non si sia trattato di mera sospensione dell'esecutività della cartella, ma di annullamento. Dunque – è il ragionamento dei Giudici – l'avvenuto annullamento della cartella, anche se con la sentenza ancora non definitiva, “comporta il venir meno della pretesa tributaria”. Viene conseguentemente anche meno l'esistenza del profitto del reato, consistente in questo caso nel valore di beni idonei a fungere da garanzia nei confronti dell'amministrazione finanziaria che agisce per il recupero delle somme evase. In questo senso, i Giudici del Palazzaccio hanno dunque dichiarato fondato il ricorso presentato dal contribuente avverso l'ordinanza del tribunale del riesame, annullando di conseguenza l'ordinanza impugnata. |