Costi 'esorbitanti' non giustificati dal reddito? Legittimo l'accertamento induttivo
03 Gennaio 2017
Costi “esorbitanti” rispetto al dichiarato? L'accertamento induttivo è legittimo. Lo specifica la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 16 dicembre 2016, n. 26078, con la quale i giudici della Corte hanno accolto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate avverso la decisione della CTR che aveva ritenuto illegittimo l'atto impositivo nei confronti dell'azienda di un artigiano il quale aveva dichiarato spese dieci volte superiori al proprio reddito. Un'enormità, per il Fisco, che voleva logicamente vederci chiaro: in tal modo, è stato emesso un accertamento basato sulle presunzioni, poi impugnato dal piccolo artigiano.
Ma se inizialmente la CTR aveva accolto le ragioni del contribuente, non così ha pensato la Cassazione; secondo i Giudici di legittimità, infatti, “la CTR ha rigettato l'impugnazione dell'Ufficio ritenendo che con i due accertamenti erano stati valorizzati gli importi dei costi indicati in dichiarazione, senza tuttavia valutare che tali elementi non erano sufficienti per giustificare l'importo contestato al contribuente. Così facendo, il giudice di appello ha omesso di considerare che l'originaria pretesa esposta nei due atti di accertamento atteneva, appunto, alla mancata dimostrazione dei costi esposti in dichiarazione dal contribuente per i due anni di imposta contestati”.
Solo la prova dell'esistenza e dell'inerenza dei costi indicati dal contribuente-artigiano poteva giustificare l'accoglimento del suo ricorso; cosa, tuttavia, non avvenuta. |