Confisca allargata: non è valida verso i beni acquistati pre-reato
07 Febbraio 2017
La confisca allargata non può riguardare quei beni di proprietà antecedenti la commissione del reato. Lo conferma la Corte di Cassazione, VI Sezione Penale, con la sentenza del 6 febbraio 2017, n. 5466. Nel caso in esame, erano stati sottoposti a sequestro preventivo diversi beni intestati agli indagati, in quanto beni di valore sproporzionato rispetto al reddito proprio e degli appartenenti alla famiglia.
La Cassazione ha accolto un motivo di ricorso. “Il fondamento logico e giuridico della confisca cosiddetta allargata – ha affermato – poggia non sul rapporto di pertinenzialità rispetto allo specifico reato sub iudice, bensì sulla fondata presunzione di derivazione del bene dall'attività illecita posta in essere dall'imputato, qualificata nell'oggetto, là dove dipendente da specifici reati”. Dunque, non si può dire che qualunque bene rinvenibile nel patrimonio del soggetto imputato di tali reati possa essere confiscato: “la presunzione di illecita accumulazione patrimoniale, seppure solo relative (e dunque superabile dalla prova contraria fornita dall'interessato) come ogni presunzione, deve essere interpretata in conformità, oltre che alla ratio sottostante alla previsione, al principio di ragionevolezza sancito dall'art. 3 della Costituzione ed agli altri valori costituzionali che vengano in rilievo, in particolare il diritto di proprietà. Ne discende che l'ablazione, in quanto giustificata dalla pericolosità sociale del soggetto espressa dalla imputazioni-spia e dagli altri indicatori di una provenienza illecita, non può colpire quei beni che risultino essere stati acquistati in un'epoca di gran lunga antecedente al momento di ragionevole emersione della pericolosità stessa e che, secondo l'id quod plerumque accidit, non possono in alcun modo ricondursi ad una accumulazione illecita”. |