Contratto di mutuo: al giudice i motivi di preferenza della perizia

La Redazione
09 Gennaio 2017

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 26279/2016, ha statuito che il giudice tributario è tenuto a valutare la perizia dell'Agenzia e il contratto di mutuo stipulato dall'acquirente e stabilire se trattasi di valore di presunzione legale o presunzione semplice.

Ammettiamo che l'Ufficio delle Entrate contesti il maggior prezzo di vendita di un immobile; il Giudice dovrà allora valutare la perizia dell'Agenzia e il contratto di mutuo stipulato dall'acquirente. Lo spiega la Cassazione, con la recente sentenza del 20 dicembre 2016, n. 26279.

In pratica, nella causa in esame, l'Agenzia aveva rettificato tanto l'IVA quanto le imposte sui redditi derivanti dalla cessione di un immobile, basandosi su una perizia a cura di un tecnico della stessa Agenzia. Una perizia che veniva confermata dai giudici della CTP e della CTR; tuttavia, i Giudici della Corte hanno ribaltato i precedenti risultati, accogliendo le ragioni della parte contribuente: di fatto, la Suprema Corte ha argomentato sostenendo che la CTR non aveva spiegato le ragioni per cui aveva preferito la perizia delle Entrate rispetto al dato che emergeva dal mutuo stipulato dall'acquirente; si trattava, invero, di un prezzo che si discostava di parecchio.

Nella fattispecie, secondo piazza Cavour, non era stato accertato “quale disposizione l'Amministrazione finanziaria abbia in concreto applicato nella rideterminazione del prezzo di cessione dell'immobile venduto dalla società contribuente; in particolare, se abbia, oppure no, attribuito valore di presunzione legale al cosiddetto valore normale […] oppure se l'abbia considerata una presunzione semplice in conformità alla disciplina all'epoca vigente – e corroborata di ulteriori elementi presuntivi”. Dunque, il motivo è stato accolto, la sentenza cassata e rimandata alla CTR che dovrà riesaminare la vicenda tenendo a mente le indicazioni della Suprema Corte.

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