Dichiarazione catastale non più necessaria per le infrastrutture di reti pubbliche, dal 1° luglio
09 Giugno 2017
Niente più dichiarazione in catasto per i nuovi immobili che costituiscono infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione. Invece, dopo la modifica della procedura Docfa, per quelli già iscritti dal 3 luglio 2017 è possibile presentare un atto di aggiornamento per richiedere l'attribuzione della nuova categoria catastale, denominata F/7 – Infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione, senza l'attribuzione della rendita. Sono i chiarimenti forniti dalle Entrate con la Circolare 18/E pubblicata ieri, focus sulle modalità di iscrizione in catasto di beni costituenti infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione, alla luce delle novità introdotte dal D.Lgs. n. 33/2016.
Nel testo si specifica che, con il D.Lgs. n. 33/2016, sono stati esclusi dal concetto di unità immobiliare – non concorrendo quindi alla determinazione della rendita catastale – le reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, le reti di comunicazione elettronica, le reti pubbliche di comunicazioni e le infrastrutture fisiche (quali ad esempio tubature, piloni, cavidotti, pozzi di ispezione, pozzetti, centraline, edifici o accessi a edifici, installazioni di antenne, tralicci e pali).
«Per le infrastrutture di questo tipo che risultano già iscritte in catasto – spiega l'Agenzia – è possibile, quindi, presentare un atto di aggiornamento per variare la vecchia categoria catastale (con rendita) e attribuire la nuova categoria F/7 (senza rendita). Per le nuove realizzazioni, invece, l'iscrizione in catasto (sempre in categoria F/7 senza attribuzione di rendita) rappresenta una facoltà – generalmente connessa all'eventuale costituzione o trasferimento di diritti reali che richiedono l'identificazione catastale del bene – e non più, quindi, un obbligo». |