Equitalia: non tutte le somme iscritte a ruolo sono realmente aggredibili
10 Febbraio 2016
Appena il 5% dei crediti affidati all'Ente per la riscossione è raggiungibile. E se in percentuale ciò sembra già rilevante, lo è ancor di più se si osserva il valore dei crediti complessivi: 1058 miliardi di euro; di questi, solo 51 miliardi sono aggredibili. I numeri sono stati illustrati dall'Amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, che ha avuto ieri un'audizione in Commissione Finanze del Senato.
Ruffini ha descritto un quadro completo degli anni di operato dell'Ente della riscossione: “Fino al 2006 la riscossione era affidata in concessione a società private, in prevalenza banche, che operavano in diversi ambiti territoriali – ha ricordato Ruffini - con il D.L. 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni dalla Legge 2 dicembre 2005, n. 248, la riscossione è stata ricondotta in mano pubblica. A tal fine è stata costituita Riscossione S.p.A., ora Equitalia S.p.A., alla quale è stato affidato il servizio pubblico della riscossione in tutto il territorio nazionale, a eccezione della Sicilia”. Ha poi spiegato che le riscossioni sono sensibilmente aumentate, da quando c'è Equitalia: se nel periodo 2000-2005 le società concessionarie avevano incassato circa 2,9 miliardi l'anno, ora la media è salita a 7,7 miliardi.
Circa le somme iscritte a ruolo, Ruffini sottolinea che “sono soggette a continue variazioni, sia con riguardo all'entità e alla natura del credito di volta in volta affidato in riscossione, sia con riguardo al numero e alla tipologia dei debitori interessati”. Non si può però sorvolare sul fatto che una parte considerevole del carico affidato ad Equitalia risulti apparente. Perché? “In primo luogo vi è la qualità delle iscrizioni a ruolo, conseguenti a pretese in alcuni casi poco solide o non adeguatamente motivate; ne conseguono contenziosi che danno luogo a sospensioni e, in caso di soccombenza degli enti creditori, a sgravi per indebito”. Vi è poi una sproporzione tra l'entità della pretesa iscritta a ruolo e le risorse aggredibili dall'agente della riscossione, magari derivabile dalla mancanza di beni pignorabili; e bisogna infine considerare tutti i casi di cancellazione delle imprese dal Registro, o ancora di decesso del debitore iscritto a ruolo, che determina automaticamente la perdita delle sanzioni. |