Confisca "allargata" anche per i beni del coniuge

La Redazione
11 Luglio 2017

La presunzione di illecita accumulazione patrimoniale opera anche in riferimento ai beni intestati al coniuge. Lo ricordano i Giudici della Corte di Cassazione con la sentenza depositata il 10 luglio 2017, n. 33334.

La presunzione di illecita accumulazione patrimoniale opera anche in riferimento ai beni intestati al coniuge. Lo ricordano i Giudici della Corte di Cassazione con la sentenza depositata il 10 luglio 2017, n. 33334. I Supremi giudici hanno respinto il ricorso presentato da due coniugi, avverso il provvedimento con il quale la Corte distrettuale aveva disposto la confisca di beni immobili, mobili ed aziendali intestati anche alla moglie e ritenuti riferibili al marito.

Hanno affermato i Giudici: «la confisca cosiddetta “allargata” […] ha come requisito principale la disponibilità diretta o indiretta dell'interessato dei beni da sottoporre al provvedimento ablatorio ed il loro valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ovvero riferibile all'attività economica dal medesimo esercitata, in esso includendo le risorse economiche eventualmente sottratte all'erario mediante condotte di evasione fiscale in quanto comunque collegate ad una attività economica lecita». Inoltre, si legge in sentenza, «la presunzione detta di illecita accumulazione patrimoniale opera anche in riferimento ai beni intestati al coniuge ove non risulti la riconducibilità dell'acquisto ai redditi derivanti dall'attività di lavoro svolto da quest'ultimo».

La I Sezione Penale ha quindi respinto il ricorso dei coniugi: la Corte territoriale aveva ritenuto dimostrata la sproporzione tra redditi dichiarati o derivati dalle attività economiche e le acquisizioni o gli incrementi patrimoniali riferibili al condannato ed al coniuge.

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