La collaborazione del coniuge comporta la soggezione all'IRAP

La Redazione
11 Ottobre 2016

Paga l'imposta l'imprenditore familiare che si avvale della collaborazione del coniuge. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 20282/2016.

Se l'imprenditore familiare si avvale della collaborazione del coniuge, è soggetto ad IRAP? Per la Cassazione, sì. Lo conferma accogliendo il ricorso dell'Agenzia delle Entrate nell'ordinanza del 7 ottobre 2016 n. 20282.

Il Fisco era ricorso contro un imprenditore che aveva impugnato il silenzio-rifiuto mosso dall'Amministrazione finanziaria avverso l'istanza di rimborso dell'IRAP versata negli anni 2001-2004. Le Entrate, dopo la sentenza favorevole al contribuente in secondo grado, erano ricorse evidenziando come la Corte di appello avesse escluso l'esistenza di autonoma organizzazione nonostante il contribuente si avvalesse dell'ausilio del coniuge quale collaboratore familiare.

La CTR aveva negato che il contribuente svolgesse la sua attività con l'ausilio di personale dipendente; d'altronde, egli si avvantaggiava della collaborazione del solo coniuge. Già, ma egli compilava comunque il quadro RG relativo al reddito di impresa e nello specifico il rigo “quote imputate ai collaboratori dell'impresa familiare o al coniuge di azienda coniugale”. Insomma, “l'omesso esame del fatto anzidetto ha inficiato la logicità e la completezza della motivazione della sentenza impugnata – hanno osservato gli Ermellini di piazza Cavour – secondo la giurisprudenza di questa Corte l'imprenditore familiare è soggetto ad IRAP; integrando la collaborazione dei partecipanti quel quid pluris dotato di attitudine a produrre una ricchezza ulteriore (o valore aggiunto) rispetto a quella conseguibile con il solo apporto lavorativo personale del titolare”.

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