Un’eredità può bloccare il redditometro

La Redazione
12 Maggio 2017

La Cassazione, con l'ordinanza n. 11388/2017, ricorda che qualora un contribuente riceva un accertamento basato sul redditometro può giustificare le disponibilità dall'indennizzo per decesso del coniuge e da un'eredità paterna.

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza del 9 maggio 2017, n. 11388, conferma che il redditometro può essere bloccato da un'eredità. Respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.

In breve, una contribuente aveva ricevuto un accertamento basato sulla constatazione che le erano stati trovati in capo alcuni beni considerati dal redditometro come una presunzione legale di capacità contributiva; in pratica, però, la contribuente lamentava che tali disponibilità erano giustificate dall'indennizzo per decesso del coniuge e da un'eredità paterna.

Secondo i Giudici della Cassazione, nel contenzioso aveva ragione la parte contribuente. Il contribuente infatti non deve fornire una particolare prova in merito all'effettiva destinazione del reddito esente o sottoposto a tassazione separata agli incrementi patrimoniali, “se non la dimostrazione dell'esistenza di tali redditi”. Oltretutto, “non può evincersi un onere di dimostrazione, aggiuntivo, circa la provenienza oltre che l'effettiva disponibilità finanziaria delle somme occorrenti per gli acquisti operati dal contribuente, in quanto una diversa interpretazione […] determinerebbe in definitiva una sorta di trasfigurazione del presupposto impositivo, non più correlato all'esistenza di un reddito ma, piuttosto, all'esistenza di una spesa realizzata da redditi imponibili ordinari e congrui o da redditi esenti o da redditi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo d'imposta”.

La Cassazione ha pertanto respinto il ricorso delle Entrate.

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