Tassabilità delle plusvalenze: valida se l'immobile viene ceduto prima del quinquennio
14 Luglio 2016
C'è speculazione nella compravendita di un immobile entro cinque anni? Sì, se il contribuente lo acquista, vi trasferisce la sua residenza e, prima della scadenza del quinquennio, rivende l'immobile, nel quale le utenze domestiche sono state oltretutto assai basse. Lo specifica la Cassazione, con la sentenza del 13 luglio 2016, n. 14270, con la quale la Sezione Tributaria ha accolto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate.
Nella fattispecie in esame, che concerneva l'impugnazione di un avviso di accertamento per plusvalenza tassabile a fini IRPEF notificato nel 2004 in relazione ad un immobile acquistato nel 2000, veniva osservato che la contribuente vi aveva trasferito la propria residenza nel 2001 per poi rivenderlo. “A fronte di tale elemento oggettivo (vendita prima del decorso dei cinque anni) – illustrano nella sentenza i giudici della Corte – e dell'accertato modesto consumo delle utenze domestiche, la CTR ha fondato la propria decisione sulla base di una errata interpretazione della norma, laddove ha basato il proprio convincimento sull'elemento soggettivo, consistente nell'assenza di un intento speculativo della contribuente”. La CTR, infatti, aveva dichiarato illegittimo l'avviso in quanto la vendita non celava intenti speculativi da parte della contribuente. Però, a detta della Cassazione, si trattava, lo si è visto, di un elemento soggettivo.
A questo punto, i Giudici hanno citato l'art. 81, comma 1 lettera b) del d.P.R. n. 917/1986, ricordando come: “Sono redditi diversi […] le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di cinque anni, esclusi quelli acquisiti per successione o donazione e le unità immobiliari urbane che per la maggior parte del periodo intercorso tra l'acquisto o la costruzione e la cessione sono state adibite ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari”. |