Chi non versa l'IVA per crisi di liquidità non sfugge alla condanna
15 Settembre 2017
L'imprenditore che non paga l'IVA per crisi di liquidità, per sfuggire alla condanna deve dimostrare di aver messo in atto tutte le azioni possibili per pagare l'imposta, anche quelle sfavorevoli al suo patrimonio. Lo ripete la Corte di Cassazione con la sentenza depositata il 13 settembre 2017 n. 41596.
L'uomo ricorreva in Cassazione impugnando la sentenza della Corte d'Appello a lui sfavorevole. Anche con il ricorso in Cassazione, comunque, la condanna è stata confermata.
«In tema di omesso versamento dell'imposta sul valore aggiunto […] la giurisprudenza di legittimità ha ormai affermato il principio che la crisi di liquidità del debitore alla scadenza del termine fissato per il pagamento può essere rilevante per escludere la colpevolezza, se venga dimostrato che il soggetto tenuto al pagamento aveva adottato tutte le iniziative per provvedere alla corresponsione del tributo». Dunque, secondo tale orientamento, è necessario che il debitore dimostri l'impossibilità di reperire risorse economiche e finanziarie necessarie all'adempimento delle obbligazioni tributarie, «pur avendo posto in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il suo patrimonio personale, dirette a consentirgli di recuperare, in presenza di un'improvvisa crisi di liquidità, quelle somme necessarie ad assolvere il debito erariale, senza esservi riuscito per cause indipendenti dalla sua volontà e ad egli non imputabili». |