L'esistenza delle spese dev'essere sempre dimostrata

La documentazione di supporto alle spese contestate dall'Agenzia delle Entrate deve esserci sempre: gli uffici devono ricavare l'importo, la ragione e la coerenza economica delle spese, che non possono essere semplicemente contabilizzate. Lo dicono i Giudici della Cassazione con la sentenza del 4 novembre 2016, n. 22400.

Nel caso in esame, l'Agenzia delle Entrate ricorreva in cassazione contro la sentenza della CTR con la quale era stato confermato l'annullamento dell'avviso di accertamento che rideterminava il reddito di una S.p.A. Secondo le Entrate, il giudice di appello avrebbe disatteso i rilievi dell'ufficio in merito alla determinazione dei costi.

La società, infatti, non aveva esibito la documentazione amministrativa in grado di porre in relazione i dati riportati nelle fatture con le pattuizioni contenute nei contratti acquisiti presso le fornitrici. La CTR aveva semplicemente asserito che “una volta tenuto presente che la contribuente si era richiamata nel dedurre tali voci di spesa non solo alle fatture ma anche alla loro fonte giustificativa […] non rimaneva all'Agenzia delle Entrate che prendere atto di tali risultanze a fronte delle quali non è stata in grado di opporre dati di fatto”.

Secondo la Cassazione, però, poiché “spetta al contribuente l'onere della prova dell'esistenza o dell'inesistenza, dell'inerenza e, dove contestata dall'Amministrazione Finanziaria, della coerenza economica dei costi deducibili”, non è sufficiente che il contribuente contabilizzi le spese, dal momento che, invece, è necessario “che esista una documentazione di supporto da cui ricavare, oltre che l'importo, la ragione e la coerenza economica della stessa, risultando legittima, in difetto, la negazione della deducibilità di un costo sproporzionato ai ricavi o all'oggetto dell'impresa”.