Cartiere e frodi fiscali, non si può escludere l’autonoma finalità di pregiudicare le ragioni dei creditori
11 Marzo 2015
L'uso di società cartiere da parte dell'imputata e le frodi fiscali poste in essere rendono «irragionevole» escludere che essa abbia avuto anche l' autonoma finalità di pregiudicare le ragioni dei creditori. Lo ha affermato la Cassazione Penale, nella sentenza n. 9746 del 5 marzo scorso. Il caso La presidente del consiglio di amministrazione di una s.r.l. veniva accusata di aver distrutto i libri e le scritture contabili, al fine di occultare il movimento degli affari. Non solo, veniva accusata di aver cagionato dolosamente il fallimento della società, attraverso l'impiego di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti e l'utilizzo, per l'acquisto di autovetture, di varie società cartiere che non versavano all'Erario le somme ricevute come pagamento dell'IVA.
La questione è stata pertanto esaminata dalla Quinta sezione Penale della Cassazione, a cui ha presentato ricorso il p.m. del Tribunale di Torino.
L'onere dimostrativo è posto a carico del fallito Infine, la Corte di legittimità ribadisce che la responsabilità per il delitto di bancarotta per distrazione «richiede l'accertamento della previa disponibilità, da parte dell'imputato, dei beni non rinvenuti in seno all'impresa» (Cass., sez. V, n. 7588/2011). Ed infatti, la prova della distrazione o dell'occultamento dei beni della società dichiarata fallita può essere desunta dalla mancata dimostrazione, ad opera dell'amministratore, della destinazione dei beni in questione.
(Fonte: Diritto e Giustizia) |