Il regime di comunione dei beni rende sequestrabili i gioielli della moglie

La Redazione
17 Febbraio 2017

I Giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6595/2017, affermano che i beni della moglie possono essere sequestrati a causa dei reati commessi dal marito anche in regime di comunione legale.

I gioielli della moglie possono essere sequestrati a causa dei reati commessi dal marito, qualora tra i coniugi sia in vigore il regime di comunione legale, che esclude dal sequestro soltanto i beni strettamente personali. O, per dirla con le parole della Corte di Cassazione (sentenza del 13 febbraio 2017, n. 6595): «in caso di comunione legale dei beni gli acquisti effettuati dopo il matrimonio sono di proprietà anche dell'altro coniuge, a meno che non si tratti di beni di uso strettamente personale del tutto sottratti, in quanto tali, alle disponibilità dell'altro».

Con la sentenza in commento, i Supremi Giudici della Terza Sezione Penale hanno accolto il ricorso presentato dal Procuratore della Repubblica avverso una contribuente: infatti, il tribunale del riesame aveva ordinato, in favore di quest'ultima, la restituzione dei preziosi sottoposti a sequestro preventivo, nell'ambito del procedimento penale iscritto a carico anche del marito, indagato per svariati reati di natura tributaria.

La moglie rivendicava l'esclusiva proprietà di alcuni gioielli, sottoposti a sequestro. Ma la Corte ha sostenuto che la confisca deve essere ordinata sui beni dei quali il reo ha disponibilità, e tale disponibilità non corrisponde necessariamente all'uso effettivo di tali beni. «L'uso, insomma, dimostra la disponibilità del bene da parte del coniuge ma non esclude quella dell'altro», affermano dai Giudici. Ed è dunque evidente che la comunione legale dei beni non è assolutamente un ostacolo alla confisca: anzi, semmai «l'acquisto effettuato con provviste dell'altro coniuge legittima la presunzione “iuris tantum” della disponibilità anche da parte di quest'ultimo». Va da sé che i giudici hanno annullato la sentenza di appello accogliendo il ricorso del Procuratore.

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