Studi di settori bloccati da autorizzazioni tardive

La Redazione
17 Maggio 2017

La Cassazione rammenta che se per due anni l'impresa ha aspettato l'autorizzazione per iniziare l'attività, l'accertamento basato sugli studi di settore non è valido. Questo quanto enunciato nella sentenza n. 11858/2017.

È possibile applicare gli studi di settore anche all'impresa che è in attesa delle dovute autorizzazioni per iniziare la propria attività? Evidentemente, no; colpa della burocrazia e non certamente del contribuente. E ciò è anche il parere dei Supremi Giudici che, con la sentenza del 12 maggio 2017, n. 11858 hanno respinto il ricorso del Fisco contro un'azienda di trasporto rifiuti.

In breve: l'azienda aveva assunto del personale solo due anni dopo la sua apertura; e ciò perché non aveva ancora ricevuto la dovuta autorizzazione amministrativa. Nel mentre, l'Ufficio delle Entrate aveva comunque spiccato un accertamento basato sugli studi di settore per i primi due anni di attività. La CTP e la CTR avevano accolto le ragioni della contribuente, annullando l'atto; la CTR aveva inoltre escluso che il 2005 potesse essere considerato come di normale esercizio, essendo il primo anno di attività dell'impresa. Tutte le pretese delle Entrate venivano meno, ma il Fisco non ha inteso demordere ed ha continuato fino in Cassazione, dove ha visto respingere il suo ricorso.

La CTR – ha osservato la Corte – aveva tratto la conclusione che prima del rilascio delle autorizzazioni, avvenuto nel 2005, non potesse essere svolta nessuna attività (l'apertura della società era avvenuta nel 2003). «Il rilascio delle autorizzazioni prescritte nel corso del 2005 – si legge in sentenza – ha legittimamente precluso l'applicazione dell'invocato studio di settore».

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