Indeducibili i costi inerenti a fatture generiche

La Redazione
18 Maggio 2016

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9846/2016, ha confermato che l'Amministrazione finanziaria ha ragione quando contesta l'effettività delle operazioni contenute in fatture ritenute irregolari.

L'Amministrazione Finanziaria ha ragione quando contesta l'effettività delle operazioni contenute in fatture ritenute irregolari, ritenendo impossibile dedurre i costi. Lo hanno ricordato i giudici della Cassazione con la sentenza del 13 maggio 2016 n. 9846. In essa, una società contribuente impugnava l'esito del giudizio di secondo grado, contestando due avvisi di accertamento con i quali venivano recuperati a tassazione alcuni costi sostenuti per delle provvigioni, in ragione di una generica formulazione delle fatture stesse, che pregiudicavano l'esercizio di verifica del Fisco. Anche il Giudice di appello aveva evidenziato la genericità dell'indicazione delle fatture, sottolineando come la contribuente non avesse neanche esibito gli estratti conto.

Secondo la Cassazione, che ha disconosciuto le ragioni della ricorrente, in tema di distribuzione dell'onere della prova, qualora l'Agenzia delle Entrate sollevi questioni sulla deducibilità dei costi indicati, la fattura resta comunque un documento “idoneo a rappresentare i costi dell'impresa”. Certo, evidenziano i giudici, essa deve essere “redatta in conformità ai requisiti di forma e contenuto”, ed è una conseguenza evidente che “l'irregolarità della fattura […] fa venir meno la presunzione della verità di quanto in essa rappresentato e la rende inidonea a costituire titolo per il contribuente ai fini del diritto alla deduzione del costo relativo”. L'amministrazione finanziaria, dunque, ben può contestare l'effettività di operazioni indicate in fatture irregolari, ritenendo i costi indeducibili.

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