Sì alla vendita dei beni non direttamente utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale

La Redazione
18 Ottobre 2016

Con la Risoluzione n. 93/E l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che c'è abuso del diritto solo nei casi in cui il vantaggio economico apportato da un'operazione sia indebito: ma la disciplina agevolativa favorisce la fuoriuscita dei beni non direttamente utilizzati nell'esercizio dell'attività imprenditoriale, senza vietare che gli stessi possano essere immessi nuovamente nel mercato.

Risulta di tutta evidenza che l'operazione che la società ALFA rappresenta in questa sede, vale a dire assegnazione dei beni con successiva cessione effettuata direttamente dai soci a terzi, è del tutto in linea con le intenzioni che il Legislatore vuole perseguire e quindi non è in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell'ordinamento tributario”. Con queste parole, l'Agenzia delle Entrate – con la Risoluzione 93/E pubblicata ieri – dà il nulla osta alla soluzione prospettata da una società istante in merito alla cessione di beni aziendali ottenuti, a loro volta, a seguito di una precedente cessione.

Non c'è abuso del diritto.

Non esistendo alcun indebito vantaggio fiscale, non si prosegue nel riscontro nell'operazione rappresentata degli ulteriori elementi dell'abuso”, seguono a dire le Entrate, confermando che c'è abuso del diritto solo nei casi in cui il vantaggio economico apportato da un'operazione sia indebito: ma la disciplina agevolativa favorisce la fuoriuscita dei beni non direttamente utilizzati nell'esercizio dell'attività imprenditoriale, senza vietare che gli stessi possano essere immessi nuovamente nel mercato.

D'altronde, “come chiarito dalla Relazione illustrativa alla Legge di Stabilità 2016 richiamata anche dall'istante, il regime agevolativo in esame è finalizzato alla fuoriuscita dalle società in particolare di immobili che potenzialmente potrebbero poi essere nuovamente immessi nel mercato, favorendo così la circolazione degli immobili e portando nuova linfa ad un mercato che versa in una situazione piuttosto stagnante”.

Dunque, la soluzione prospettata dalla società istante non è errata: l'assegnazione agevolata degli immobili ai soci e la successiva cessione non si pone in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con l'ordinamento.

Resta solo il rammarico che tale utile chiarimento poteva arrivare con qualche settimana di anticipo, visto che i termini per la cessione dei beni sono scaduti il 30 settembre.

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