Transfer pricing: condanne più soft per i reati tributari

La Redazione
19 Settembre 2017

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21410/2017, ha ricordato che il giudice può mitigare le sanzioni previste in tema di transfer pricing.

La riforma dei reati tributari (D.Lgs. n. 158/2015) può influire sulla condanna, permettendo al giudice di mitigare le sanzioni previste in tema di transfer pricing.

Con la sentenza del 15 settembre 2017 n. 21410, i giudici della Corte di Cassazione hanno accolto l'ultimo motivo di ricorso presentato da un'azienda, ribaltando il verdetto della Corte d'Appello. Dunque, appare chiaro dalle parole dei Supremi Giudici, che il cosiddetto transfer pricing nient'altro è che un'alterazione del concetto di libera concorrenza. Concetto ribadito appena pochi giorni fa da un'altra interessante sentenza. Il fenomeno, poiché avviene a prezzi che non hanno corrispondenza con quelli applicati in libero mercato, genera uno spostamento di imponibile fiscale.

Tuttavia, la Corte ha anche sposato una posizione più clemente nei confronti dell'azienda; e questo perché la riforma sui reati tributari può influire, permettendo al giudice di ridurre le sanzioni applicate in questo caso. «Occorre – si legge in sentenza – che il giudice del merito rinnovi la propria valutazione, al fine di verificare se il nuovo valore del minimo previsto per la sanzione conseguente alla contestata violazione sia adeguato alla specifica fattispecie, in considerazione degli elementi soggetti ed oggettivi rilevanti e se risulti favorevolmente modificato il complessivo trattamento sanzionatorio».

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