Bancarotta fraudolenta: differenza eccessiva tra somme 'distratte' e dichiarate
19 Novembre 2015
Se la differenza tra le somme distratte e quelle dichiarate, come pagamento in nero, è eccessiva per gli amministratori della società fallita, scatta la bancarotta fraudolenta. È la decisione presa dalla Corte di Cassazione con la sentenza del 17 novembre 2015, n. 45665.
La vicenda in breve. La Corte di Appello aveva confermato la sentenza del Tribunale territoriale, con la quale erano stati condannati i due amministratori di una società; il primo, per bancarotta fraudolenta documentale e per distrazione: avrebbe tenuto i libri e le scritture contabili in maniera da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, distraendo i beni strumentali della società; il secondo, invece, avrebbe sottratto una ingente somma, registrata in contabilità sotto il conto “finanziamento soci”.
Impugnando la sentenza d'appello, i due amministratori sottolineavano l'infondatezza della ricostruzione operata. In Cassazione, però, essi non hanno ottenuto l'accoglimento delle loro tesi. A riguardo della destinazione della somma indicata come “distratta”, giustificata come pagamento in nero degli operai (i quali avevano confermato, in sede di dibattimento, di essere stati retribuiti fuori busta paga) i Giudici hanno osservato come “non si presenta illogica la motivazione fornita dalla Corte Territoriale circa la non plausibilità di tale versione, per essere davvero ingenti le somme in questione, tali che i dipendenti avrebbero dovuto lavorare anche di notte per giustificare importi così elevati”, tenendo poi conto che nell'anno in questione essi erano stati già tutti licenziati, motivo per cui non era evidentemente da corrispondere alcuno straordinario in nero. Il ricorso degli imputati è stato così respinto. |