Non ascrivibili le piattaforme petrolifere nel catasto: l’interpretazione va contro la Cassazione
20 Aprile 2017
Posizioni ormai consolidate della Suprema Corte, espressasi a favore dell'imponibilità delle piattaforme petrolifere, rischierebbero di essere cancellate da una norma di “interpretazione autentica” che sembrerebbe abolire le pretese riconosciute ai Comuni.
La norma, osserva il comunicato del 19 aprile in riferimento ad alcune notizie di stampa circolare, sarebbe inserita nel decreto legge di correzione dei conti pubblici e dichiarerebbe non imponibili le piattaforme in quanto queste non costituirebbero fabbricati iscrivibili in catasto. "Si tratta di un'interpretazione certamente foriera di ulteriore contenzioso, che mette a rischio la posizione dei Comuni sedi di piattaforme petrolifere, impegnati nella definizione, spesso bonaria, delle somme dovute dalle società petrolifere per l'ICI e l'IMU del periodo 2011-2016".
In molti casi, infatti, sono state le società stesse a rivedere la propria posizione e a versare ai Comuni quanto dovuto in via stragiudiziale, in altri casi invece sono in corso di pagamento le somme non corrisposte in forza di provvedimenti giurisdizionali. Tutte somme già acquisite o considerate nei bilanci degli enti.
Disconoscere con interpretazioni autentiche un diritto “è un inaccettabile atto di forza che stravolge puntuali pronunciamenti della Cassazione e mette in grave difficoltà non solo la certezza nell'applicazione delle imposte comunali sugli immobili, ma anche gli equilibri finanziari di decine di enti”. L'ANCI, auspicando infine che la soluzione normativa prenda una direzione diversa, ricorda come tale questioni riguardi un gettito stimato di almeno 300 milioni euro, destinati a Stato, Regioni e Comuni.
|