Accertamento da studi di settore: il Fisco deve motivare lo scostamento dagli standard
20 Aprile 2017
In caso di accertamento basato sugli studi di settore, il Fisco deve fornire elementi che vadano oltre al mero rilievo dello scostamento dagli standard. Lo conferma la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 18 aprile 2017, n. 9755, con la quale ha respinto il ricorso avanzato dall'Agenzia delle Entrate, che aveva impugnato la decisione della CTR favorevole ad un contribuente che aveva ricevuto un accertamento basato sullo studio di settore. Secondo i giudici di merito, tale accertamento non era stato adeguatamente giustificato.
La motivazione dell'atto di accertamento, secondo la Cassazione, «non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma va integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello standard prescelto e le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate».
Per la Suprema Corte, la sentenza impugnata aveva fatto corretta applicazione dei principi di diritto; le Entrate, con il loro ricorso, non potevano rimettere in discussione l'apprezzamento dei Giudici di merito, basato sull'apprezzamento dei fatti e delle prove. «Infatti – si legge in ordinanza – è sottratto al sindacato di legittimità dal momento che nell'ambito di detto sindacato, non è conferito il potere di riesaminare e valutare il merito della causa, ma solo quello di controllare, sotto il profilo logico formale e della correttezza giuridica, l'esame e la valutazione fatta dal giudice di merito, cui resta riservato di individuare le fonti del proprio convincimento e, all'uopo, di valutare le prove, controllarne attendibilità e concludenza e scegliere, tra le risultanze probatorie, quelle ritenute idonee a dimostrare i fatti in discussione». |