Crisi della giurisdizione tributaria: riforma non più rinviabile
24 Giugno 2016
Si è tenuto ieri a Pescara un Forum sulla Riforma della Giustizia Tributaria, promosso dall'Associazione Italiana Professori Diritto Tributario (AIPDT) organizzato dalle Università di Chieti-Pescara e dall'Università di Teramo e dal CIRTE.
Obiettivo dell'incontro di studio è stato quello di dare un contributo all'apertura di un dialogo effettivo e propositivo. Occasione per tutte le Associazioni e le Istituzioni interessate a contribuire alla modernizzazione della Giustizia Tributaria ed al suo corretto inquadramento nel sistema della Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Vi è stata poi l'indiscussa esigenza di dare maggiore visibilità alle proposte non necessariamente provenienti dalle Istituzioni Parlamentari e Governative, bensì derivanti dalla società civile.
Il contesto politico attuale, si legge nel programma, permette di poter auspicare efficacemente ad un'effettiva riforma. Il Governo, infatti, è sensibile e proiettato a riformare le Commissioni Tributarie così da garantire ai cittadini una giurisdizione più celere e funzionante. A tal proposito lo scorso 8 aprile è stata presentata alla Camera proposta di legge n. 3734 di delega al Governo per la soppressione delle Commissioni Tributarie Regionali e Provinciali e per l'Istituzione di Sezioni specializzate tributarie presso i Tribunali Ordinari.
L'iniziativa, meritevole di attenzione, non tiene però conto della peculiarità della materia, trascurando i profili pubblicistici del rapporto tributario, le esigenze di effettività della tutela e lo scenario Europeo. Nonostante la rilevanza della Giustizia Tributaria nei rapporti tra contribuenti ed autorità fiscali e pur essendo essa una quarta giurisdizione, affiancandosi alle consolidate esperienze della Giurisdizione Ordinaria (Civile e Penale), della Giurisdizione Amministrativa e della Giurisdizione Contabile, la Giustizia Tributaria risulta comunque essere l'unica interamente costituita da magistrati onorari (i quali dedicano le prevalenti energie professionali alle proprie specifiche attività), ed è l'unica a contemplare il pagamento dei magistrati a cottimo (poche decine di euro a sentenza), presentando poi molteplici carenze istituzionali sia nello stato giuridico ed economico dei magistrati, sia in quello del personale di segreteria (dovuta ad una disattenzione del Legislatore, che la ritiene una “giustizia” minore). È dunque un sistema inadeguato sotto diversi profili: autonomia, indipendenza, stato giuridico e retributivo dei magistrati.
La riforma della giustizia tributaria non è più rinviabile.
Durante l'incontro il vicepresidente del CSM – Giovanni Legnini – ha esordito sostenendo che “si sta sviluppando un confronto al quale prendono parte il governo, il parlamento e le giurisdizioni, sia quella tributaria sia quella ordinaria. Siamo certi di essere in grado di individuare una soluzione capace di collocare sia gli interessi erariali che gli obblighi e i diritti dei cittadini, al livello che meritano in questo momento storico. Ciò che è certo – ha concluso il vicepresidente del Csm – è che bisogna andare avanti nella direzione di una giurisdizionalizzazione del contenzioso giudiziario". Legnini ha dunque delineato un punto della giurisdizione ordinaria incentrando il suo intervento anche sulle problematiche della Cassazione e prendendo atto delle difficoltà che andrebbero a carico della giurisdizione ordinaria. In conclusione tutti i professori hanno cercato di virare dalla giustizia ordinaria a varie ipotesi di giurisdizione specializzata, chiedendo però concorso per l'accesso oltreché specializzazione e terzietà.
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