Contenzioso Tributario, la riforma in pillole

La Redazione
24 Settembre 2015

Il Decreto sul contenzioso è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata di martedì. Ecco le novità della nuova norma, espresse in pochi punti.

Possibilità di sospendere la sentenza sfavorevole, in presenza di motivi gravi e fondati; mediazione obbligatoria per tutte le controversie non superiori a 20mila euro; conciliazione anche in secondo grado. Sono questi alcuni dei punti del decreto sul contenzioso tributario, approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri di martedì e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Un decreto che rientra nel “pacchetto” della delega fiscale, rivista nel corso dell'estate dalle Commissioni di Camera e Senato.

Sospensione delle sentenze, si accennava. E infatti il decreto prevede la possibilità di richiedere alla Commissione Regionale di sospendere l'esecutività della sentenza impugnata, laddove esistano motivi – che dovranno essere specificati – gravi e fondati. Potrà fare appello a questa disposizione tanto il contribuente, quanto l'amministrazione; ma, laddove sia quest'ultima ad avere la meglio, verrà concessa la riscossione delle somme esigibili nella pendenza di giudizio di primo grado.

Vi è poi la novità dell'introduzione della mediazione obbligatoria, per tutte le controversie di valore non superiore a 20mila euro. La norma prevede che la mediazione si possa applicare anche per i ricorsi contro l'agente della riscossione.

E se c'è “mala fede”? La lite temeraria, portata avanti da chi ha agito o resistito in giudizio con colpa grave, diventa condannabile: la corte può infatti decretare, oltre alle spese, anche il risarcimento dei danni liquidati. Il pagamento delle spese di giudizio verso il contribuente dovrà avvenire entro 90 giorni, mentre in caso di pronuncia favorevole all'Erario le somme saranno iscritte a ruolo.

Infine, tra le novità di rilievo vi è il capitolo della conciliazione giudiziale: potrà avvenire anche in secondo grado, con il beneficio della riduzione delle sanzioni al 40% del minimo previsto (nel corso del giudizio in Cassazione, le sanzioni saranno dimezzate).

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