Interpelli, quattro tipologie nel nuovo Decreto
24 Settembre 2015
Quattro tipologie di interpelli per riformare la disciplina: è quanto prevede il Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri, che in tandem con il contenzioso tributario dà una nuova geografia agli interpelli. Spariscono le forme obbligatorie: tutti gli interpelli sono stati resi facoltativi, con obbligo di dichiarazione. Nel corso del vaglio del decreto, le tipologie sono state ridotte da cinque a quattro. Esse sono: l'interpello ordinario, quello probatorio, quello anti-abusivo e quello disapplicativo. Con quello ordinario, la predisposizione di un'istanza viene resa possibile, in due modi: il primo non modifica il metodo già esistente, mentre il secondo verte principalmente sull'obiettiva incertezza della qualificazione della fattispecie. Il decreto fissa i termini di risposta alle istanze di interpello, che passano dai 90 giorni per quello ordinario ai 120 per le altre tipologie; ovviamente, varrà la regola del silenzio-assenso, nel caso di una mancata risposta da parte dell'Amministrazione Finanziaria entro i termini previsti. Se però non fosse stato possibile fornire una soluzione alla domanda del contribuente, gli uffici potranno richiedere un'integrazione della documentazione fornita, e in tal caso si accorcerà il termine massimo per la risposta, ridotto a sessanta giorni per tutti i tipi di interpello. Viene però introdotta anche la sanzione per i contribuenti che non provvederanno a segnalare in dichiarazione l'avvenuta presentazione dell'interpello o la risposta negativa fornita dal fisco: la pena sarà compresa tra i 2 e i 21mila euro. |