IRAP dovuta per il professionista che impegna in modo non occasionale una società di servizi
25 Gennaio 2017
Se il professionista impegna in modo non occasionale una società di servizi, erogandole significativi compensi per le sue prestazioni, deve pagare l'IRAP. Lo conferma la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 24 gennaio 2017, n. 1820. I Supremi Giudici della Corte hanno accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, sostenendo che la sentenza della CTR favorevole ad un ingegnere era errata.
I Giudici di merito avevano accolto il gravame del contribuente sostenendo che la presenza di beni strumentali non eccedenti il minimo indispensabile – quali un pc, alcuni mobili d'ufficio e un'autovettura – non configurava il requisito dell'autonoma organizzazione.
E tuttavia le Entrate lamentavano gli ingenti compensi che l'ingegnere aveva corrisposto ad una società di servizi, indice – secondo il Fisco – di una “costante e non occasionale ricorso alla collaborazione di terzi”. La Cassazione ha emanato il suo verdetto osservando preliminarmente come la ormai fondamentale sentenza di Sezioni Unite (n. 9451/2016) definisca il cosiddetto requisito dell'autonoma organizzazione. E tuttavia, “in tema di IRAP, l'impiego non occasionale di lavoro altrui, costituente una delle possibili condizioni che rende configurabile un'autonoma organizzazione, sussiste se il professionista eroga elevati compensi a terzi per prestazioni afferenti l'esercizio della propria attività”. Il caso era proprio quello dell'ingegnere: egli aveva impiegato negli anni in modo non occasionale una società di servizi retribuita a percentuale, erogandole significativi compensi per le sue prestazioni. |