L'A.F. può rettificare in mancanza di un'indicazione analitica del valore dei cespiti
27 Maggio 2016
Il contribuente che presenti una dichiarazione cumulativa con una pluralità di cespiti deve indicarne il valore analiticamente, altrimenti l'Agenzia delle Entrate può procedere con una rettifica mediante il valore di mercato. Ciò è accaduto recentemente davanti alla Corte di Cassazione.
Due contribuenti avevano ricevuto degli immobili in donazione dai genitori, mediante atto notarile; le Entrate avevano poi rettificato i valori dichiarati, di fatto raddoppiandoli, e avevano liquidato le maggiori imposte di registro, ipotecaria, catastale, di donazione e relative sanzioni. Contro tali avvisi i due coniugi si erano rivolti alla CTP, che aveva parzialmente accolto le loro ragioni, e alla CTR, che accoglieva totalmente l'impugnazione annullando l'atto in quanto i terreni e i fabbricati donati erano dotati di rendita catastale e non erano quindi soggetti a rettifica da parte dell'Ufficio.
Contro la decisione della CTR ricorreva l'Agenzia delle Entrate, osservando come l'atto di donazione conteneva l'indicazione di un valore unico per tutti i beni immobili donati, compresi quelli privi di rendita catastale. Secondo le Entrate, l'Ufficio aveva il potere di rettifica attraverso l'applicazione del valore di mercato.
Secondo la Cassazione, nella sentenza del 25 maggio 2016, n. 10798, al caso in questione andava applicato il principio secondo il quale, in tema di imposta sulle donazioni, “il contribuente che presenti una dichiarazione cumulativa avente ad oggetto una pluralità di cespiti e intenda avvalersi della disposizione di cui all'art. 52, comma quarto, del d.P.R. 131/1986, riguardante l'accertamento della stima dei beni con criterio automatico, ha l'onere di indicarne analiticamente il valore, in modo da consentire all'Amministrazione finanziaria di controllare la corrispondenza di ciascuno ai parametri di valutazione automatica”. In caso contrario, se il contribuente indicasse un unico valore globale, l'Amministrazione ben può rettificare mediante il ricorso al criterio del valore di mercato. E, poiché nel caso in esame l'atto di donazione conteneva l'indicazione di valori unitari per una pluralità di cespiti, l'Ufficio era di fatto legittimato a procedere alla valutazione del singolo bene secondo il valore venale. |