Agevolazioni, nella superficie utile anche cantinetta e dispensa

Cantinetta e dispensa della cucina si devono escludere o no dal computo della metratura utile per il beneficio “prima casa”? Sembra una questione di lana caprina, ma il metro in più fa la differenza, e lo sa bene chi deve fare i conti con i 240 metri quadri previsti per rientrare nell'agevolazione. Nel caso preso in esame dalla Corte di Cassazione con l'ordinanza del 28 luglio 2015, n. 15960, cantinetta e dispensa sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo accogliere il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate contro la sentenza della Commissione Tributaria Regionale, che aveva escluso tali ambienti dal computo della superficie utile e, di conseguenza, aveva annullato l'avviso di liquidazione con il quale l'Ufficio aveva revocato le agevolazioni “prima casa” sull'acquisto di un immobile in corso di costruzione da parte di un contribuente.

Per le Entrate, metro alla mano, né le tavernette né le dispense rientrerebbero nel novero dei locali che il D.M. del 2 agosto 1969 esclude dal computo della superficie utile complessiva: per l'Agenzia, la casa in costruzione era da considerarsi di lusso, ed esclusa dalle agevolazioni. La Cassazione ha accolto le osservazioni dell'Ufficio: infatti, per gli Ermellini, devono giudicarsi, compresi nella superficie utile complessiva rilevanti al fine della qualificazione di un'abitazione, come di lusso i vani adibiti a sala hobby ubicati al piano interrato dell'abitazione e i vani adibiti a mansarda, anche se di altezza inferiore a quella prevista dal regolamento, oltre a i vani adibiti a deposito. Tavernetta e dispensa non fanno eccezione: per i Giudici è irrilevante il requisito dell'abitabilità, e non è possibile alcuna interpretazione che ne ampli la sfera operativa, visto che le previsioni relative ad agevolazioni o benefici non sono passibili di interpretazione analogica.