Negozio grande, poco reddito: via libera all’accertamento induttivo

La Redazione
07 Luglio 2015

Se si ha un'attività grande, ma si dichiara poco, basta il criterio dell'antieconomicità per legittimare l'accertamento del Fisco. È quanto ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 13734/2015.

Hai un negozio molto grande, ma dichiari un basso reddito? L'accertamento induttivo operato dal Fisco è legittimo. Perché? Per il semplice motivo che la tua attività può essere considerata antieconomica. Insomma, non si sfugge: nemmeno ricorrendo fino in Cassazione; perché ad affermare il principio appena espresso è stata proprio la suprema Corte, con la sentenza depositata il 3 luglio 2015, n. 13734.

Per i Giudici di Piazza Cavour, chiamati ad esaminare il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro la sentenza della CTR che, avvalorando quanto già detto dalla CTP, dava ragione alla parte contribuente, il giudizio delle commissioni territoriali era errato. La commissione regionale, infatti, aveva affermato che l'Ufficio non aveva provveduto a ricostruire sistematicamente i ricavi, ma aveva operato in base ad un solo parametro, di per sé insufficiente a giustificare l'accertamento induttivo; ma, per i Giudici della Suprema Corte, tale accertamento è consentito anche in presenza di scritture contabili formalmente corrette, qualora però la loro complessità possa essere considerata inattendibile, in quanto in conflitto con quelle che vengono definite “regole fondamentali di ragionevolezza”.

Proseguono i Giudici affermando che “la procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è ex lege determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standard in sé considerati, ma nasce in seguito al contraddittorio con il contribuente”.

L'Ufficio, inoltre, non avrebbe agito come la CTR ha affermato, ovvero prendendo in esame un solo elemento; piuttosto, esso ha fornito una serie di dati che dimostravano “l'assoluta antieconomicità dell'attività esercitata dal contribuente alla luce dell'esiguità del reddito dichiarato”. Dunque, in questi casi non si sfugge, e i Giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso dell'Agenzia.

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