La prova della consapevolezza del cessionario nelle frodi carosello spetta all'Amministrazione

La Redazione
29 Settembre 2017

In caso di inesistenza soggettiva delle operazioni, è onere dell'Amministrazione, la quale contesti il diritto del contribuente a portare in detrazione l'IVA pagata su fatture emesse da soggetto diverso...

In caso di inesistenza soggettiva delle operazioni, è onere dell'Amministrazione, la quale contesti il diritto del contribuente a portare in detrazione l'IVA pagata su fatture emesse da soggetto diverso dall'effettivo cedente del bene o servizio provare, alla luce di elementi oggettivi, che il soggetto passivo interessato sapeva o avrebbe dovuto sapere che l'operazione invocata a fondamento del diritto a detrazione si iscriveva in un'evasione commessa dall'emittente delle fatture contestate o da un altro operatore intervenuto a monte nella catena di prestazioni.

Occorre dimostrare non solo gli elementi di fatto caratterizzanti la frode (ovvero l'inesistenza di una autonoma struttura operativa del cedente ed il mancato pagamento dell'IVA come modalità preordinata al conseguimento fraudolento di un utile da parte della c.d. cartiera), ma anche la consapevolezza di essi da parte del cessionario, e quindi la sua connivenza nella frode, anche attraverso presunzioni semplici

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