Novità dall'Editore: Diritto tributario, CEDU e diritti fondamentali dell'U.E.
30 Gennaio 2017
Il presente lavoro vuole costituire una guida per tutti gli studiosi e operatori del diritto tributario (avvocati, commercialisti, giudici tributari, compresi i funzionari dell'amministrazione finanziaria) in materia di tutela dei diritti fondamentali del contribuente previsti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (c.d. CEDU) e dalla Carta dei Diritti Fondamentali della Unione Europea (c.d. Carta di Nizza). I diritti fondamentali del contribuente trovano, infatti, riconoscimento in una pluralità di fonti, non solo nazionali (Statuto del contribuente e Costituzione), ma anche - e soprattutto - sovranazionali, quali la CEDU e la Carta di Nizza appunto. Le tutele offerte da quest'ultime fonti, pur avendo un ambito di applicazione circoscritto e non perfettamente coincidente tra loro, non sono comprimibili dal diritto interno e dalle Autorità nazionali. In caso di loro violazione è, dunque, possibile invocare la tutela di un giudice sovranazionale. Da qui l'interesse crescente (e, a questo punto, doveroso) per queste ultime fonti, la cui conoscenza è, dunque, divenuta un'esigenza imprescindibile, anche in ragione dei noti mali della giustizia italiana, che, in nome della “lotta all'evasione” – trasformata impropriamente in “guerra all'evasione” – troppo spesso si dimostra insensibile a questi temi, in luogo di esserne il baluardo difensivo nei confronti delle illegittime ingerenze, tutt'altro che rare, del potere legislativo e di quello esecutivo.
L'opera vuole essere, pertanto, una guida soprattutto operativa, in merito alle implicazioni della CEDU e della Carta di Nizza in materia tributaria, sottolineando le più rilevanti situazioni di conflitto, già emerse o ancora potenziali, che riguardano i rapporti tra l'ordinamento tributario interno e i diritti fondamentali sanciti a livello europeo. In questa prospettiva, si è dapprima illustrato l'ambito di applicazione, la portata e il livello di protezione del diritto al pacifico godimento dei propri beni, assicurato dall'articolo 1 del primo protocollo addizionale alla CEDU, al fine di individuare le principali caratteristiche e conseguenze dell'ingerenza fiscale nel godimento dei propri beni, anche attraverso l'esame di numerosi precedenti decisi dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Si è quindi esaminato, anche attraverso lo studio di casi concreti, il diritto al “processo equo” tutelato dall'articolo 6 della CEDU, sottolineando come le sanzioni amministrative tributarie rientrino di norma nell'ambito della nozione di “accusa penale”, con il conseguente riconoscimento delle numerose prerogative difensive tutelate dall'articolo citato (quali, il divieto per lo Stato di interferire sui processi in corso mediante l'emanazione di norme retroattive, il diritto a esaminare i testi, il principio “nemo tenetur se detegere”, ossia il diritto a non rendere dichiarazioni auto-incriminanti, il diritto di difesa in caso di verifiche fiscali illegittime, il diritto a un termine ragionevole del processo, etc.).
Sempre nella prospettiva della natura sostanzialmente “penale” delle sanzioni amministrative tributarie ai fini del riconoscimento delle garanzie della CEDU, sono stati poi esaminati il principio di legalità in materia di sanzioni (articolo 7 della CEDU) e il principio “ne bis in idem” (articolo 4 del settimo protocollo addizionale alla CEDU), vale a dire il diritto a non essere processati due volte per il medesimo fatto. Sono stati infine illustrati i diritti tutelati dalla Carta di Nizza corrispondenti a quelli sopra menzionati della CEDU nonché il diritto al contraddittorio preventivo o endoprocedimentale, come elaborato dalla Corte di Giustizia.
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