Non tiene conto della difficile situazione economica: l’accertamento non è valido
20 Maggio 2015
Se può consolare chi si scontra con la difficile situazione economica contemporanea, per i Giudici di Cassazione la crisi è un fattore determinante, tale da annullare l'accertamento induttivo che non tenga conto dell'attuale contingenza economica. Per il Fisco era legittimo ricorrere all'accertamento induttivo, a fronte di un'omessa dichiarazione; tuttavia, la Cassazione ha ribaltato le precedenti sentenze provinciali e regionali, dando ragione all'azienda che aveva visto venir meno i propri ricavi poiché il suo principale cliente non pagava. Per i Giudici, che si sono espressi con un'articolata sentenza (15 maggio 2015, n. 9973), l'accertamento induttivo non può non tenere conto della difficile situazione economica: per reggersi in piedi, esso deve possedere dei dati inerenti al periodo di imposta ai quali ci si riferisce. Ricorrere a dati di altri periodi di imposta non è attendibile, in caso di "sbilancio tra costi e ricavi" prodotto dalla crisi. In questo, per piazza Cavour la sentenza di appello ha trascurato del tutto di tenere in considerazione le difficoltà economiche, in quanto l'attività della contribuente non era più svolta secondo normalità; appiattendosi sulle richieste dell'Agenzia, la sentenza ha trascurato “di approfondire alcuni dati pacifici, quali la sofferenza derivante dalle notorie difficoltà del maggior contribuente del settore e l'infausta evoluzione del ciclo economico, che ha portato in pochi anni la società contribuente al tracollo e al fallimento”. Per questi motivi, i Supremi Giudici hanno accolto il ricorso della contribuente, cassando la precedente sentenza regionale. |