Comportamenti antieconomici, scatta il sistema del ricarico medio ponderato

La Redazione
27 Aprile 2015

Il sistema del ricarico medio ponderato se fondato sui dati rilevati in sede di verifica (e non su elaborazioni statistiche) legittima la rettifica della dichiarazione. Lo afferma la Cassazione nella sentenza n. 7863/2015.

A fronte del comportamento antieconomico del contribuente, pur se in presenza di una contabilità formalmente corretta, è legittimo accertare il maggior reddito sulla base del sistema del ricarico medio ponderato ancorato ai dati verificati presso lo stesso contribuente.

È quanto si ricava dalla sentenza di Cassazione del 17 aprile scorso, n. 7863, con cui la sezione tributaria civile ammette la rettifica della dichiarazione quando il citato metodo della percentuale di ricarico non è frutto di una semplice elaborazione statistica.

Percentuale di ricarico, diversi gli effetti se si fonda su dati statistici o su dati concreti

Nel caso di specie, la Cassazione è intervenuta per annullare la precedente pronuncia di merito che dichiarava l'illegittimità degli avvisi perché fondati sul ricarico medio considerato “mero dato numerico privo di alcun riscontro oggettivo”. Come chiarito dalla Corte, il sistema della percentuale di ricarico non può essere considerato tout court illegittimo ai fini della presunzione di ricavi superiori a quelli contabilizzati, ma può essere utilizzato a condizione che ricorrano le seguenti circostanze:

  • sia operato su un inventario generale delle merci, o comunque su di un campione di merci rappresentativo ed adeguato per qualità e quantità rispetto al fatturato complessivo;
  • corrisponda alla media ponderale, quando tra i tipi di merce esista una significativa differenza di valore.

Se sussistono tali condizioni, la presunzione ex art. 39, lett. d), D.P.R. 600/1973 è integrata.

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