Verbale di chiusura delle operazioni anche in caso di accesso
22 Aprile 2015
Come per le verifiche fiscali, anche gli accessi finalizzati alla raccolta di documentazione devono essere seguiti dalla redazione di apposito processo di chiusura delle operazioni, da rilasciare in copia al contribuente. Lo afferma la Corte di Cassazione, nella sentenza del 17 aprile scorso, n. 7843, con cui è stata annullata la pronuncia di merito che, distinguendo tra verifiche e accessi, riteneva obbligatorio il rilascio del P.V.C. solo nel primo caso.
I fatti di causa Il contribuente, subìto l'accesso, veniva raggiunto da avviso di accertamento senza preventivamente ricevere il menzionato P.V.C. di chiusura. Impugnato l'atto impositivo, ne chiedeva l'annullamento, stante la violazione dei principi costituzionalmente rilevanti della partecipazione del contribuente al procedimento di accertamento tributario e del diritto di difesa. Vinta la causa in primo grado, la CTR ribaltava il verdetto, perché, come accennato, non si trattava di verifiche fiscali.
La decisione della Corte A fronte dell'errore commesso dai giudici di merito (è lo stesso art. 52 D.P.R. n. 633/72 a prescrivere “di ogni accesso deve essere redatto processo verbale”), la Corte non si è limitata ad annullarne la pronuncia ma ha deciso nel merito la controversia, ponendo nel nulla gli avvisi impugnati dal contribuente. Come chiarito dai Supremi Giudici, il P.V.C. di chiusura delle operazioni è contemplato anche dallo Statuto del contribuente (art. 12), che impone il necessario decorso di sessanta giorni tra il suo rilascio e l'emanazione dell'avviso d'accertamento. Termine dilatorio su cui sono intervenute recentemente anche le Sezioni Unite (sent. 18184/2013) per sancire, in caso di inosservanza, l'illegittimità dell'atto emesso ante tempus. |