Costi indeducibili se la fattura è generica

La Redazione
16 Aprile 2015

Con la sentenza n. 7214/2015, la Corte di Cassazione nega la deducibilità IRPEF nonché la detraibilità IVA dei costi sostenuti dal professionista per la gestione esterna del suo ufficio. La genericità delle fatture non consente di provare l'inerenza dei costi.

La genericità delle fatture e l'indeterminatezza dei costi impediscono la deducibilità IRPEF e la detrazione IVA delle spese sostenute dal professionista.

Questo quanto emerge dalla sentenza di Cassazione del 10 aprile scorso, n. 7214, che nega definitivamente a un ingegnere il diritto di dedurre i costi sostenuti per la gestione esterna del suo ufficio.

I fatti di causa

Con avviso, l'Amministrazione contestava, per difetto di inerenza, le spese per prestazioni di terzi fornite all'ingegnere da una società di cui il medesimo era socio, unitamente a moglie, fratello e cognata. Impugnato l'atto, il ricorso del professionista veniva respinto tanto in primo quanto in secondo grado, ove la CTR fondava la legittimità della pretesa impositiva sull'indeterminatezza del “contratto atipico di concessione di servizi”, stipulato con scrittura privata priva di data certa, e la genericità delle fatture che, impedendo di verificare natura, quantità e congruenza dei corrispettivi dei servizi prestati, non provavano l'inerenza delle spese dedotte. La decisione di merito viene confermata in Cassazione.

Quali le descrizioni troppo generiche

“Compenso per gestione ufficio in via … come da contratto del … relativo al mese di…”, questa la descrizione troppo generica dei servizi fatturati che ha causato il disconoscimento della deducibilità per l'ingegnere dei fatti di causa. A concorrere, invece, l'indeterminatezza del corrispettivo, l'indicazione “verrà mensilmente calcolato in base all'effettivo utilizzo dei servizi oggetto del presente contratto”, unita a fatturazioni mensili “di misura assai diversa” nel corso del medesimo anno.

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