Acustica residenziale, adempimenti e isolamento

18 Ottobre 2017

Adempimenti necessari nel settore acustico in ambiente residenziale. Descrizione delle modalità di propagazione del rumore all'interno degli edifici e tecniche di isolamento delle varie partizioni ai fini del miglioramento delle prestazioni acustiche. Rumore proveniente dagli impianti e relative tecniche di isolamento.
Tipologie di valutazioni acustiche e campi di applicazione

In ambito acustico è indispensabile una precisazione preliminare: va distinta l'acustica in ambiente esterno dall'acustica in ambiente interno. La propagazione del rumore in campo aperto, infatti, è ben differente da quanto accade in ambiente chiuso e confinato.

Per quanto riguarda il settore residenziale è necessario fare particolare riferimento ai requisiti acustici passivi degli edifici. Questi ultimi, infatti, impongono limiti da rispettare e sono correlati a norme tecniche che spiegano in quale modo calcolare in fase progettuale e misurare in opera le prestazioni acustiche degli edifici stessi.

Sulla base della vigente normativa nazionale, i principali documenti acustici che le amministrazioni possono richiedere sono i seguenti:

  • relazione previsionale dei requisiti acustici degli edifici;
  • valutazione previsionale di impatto acustico;
  • valutazione previsionale di clima acustico;
  • valutazione di impatto acustico delle attività temporanee;
  • requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo.

L'art. 3 comma e) della l. n. 447/1995 demanda allo Stato la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore e dei requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti, allo scopo di ridurre l'esposizione umana al rumore. Per la determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, lo Stato ha adempiuto ai propri obblighi emanando il d.p.c.m. 5 dicembre 1997, il quale, tuttavia, non definisce bene il campo di applicazione. A fare un po' di chiarezza è intervenuto il Ministero dell'ambiente che con la circolare 9 marzo 1999 ha chiarito che sono soggetti al rispetto di tale norma:

  • tutti gli edifici per i quali debba essere rilasciata una concessione edilizia e/o siano soggetti agli adempimenti di cui all'art. 8 della l. n.447/95;
  • tutti i nuovi impianti tecnologici, siano essi installati ex novo ovvero in sostituzione ad altri già esistenti.

La Valutazione previsionale di impatto acustico deve dimostrare che la localizzazione degli insediamenti nell'area individuata, in seguito ad attenta valutazione delle sorgenti di rumore introdotte, di quelle esistenti e della conformazione delle aree circostanti, comporta il rispetto dei limiti previsti dalla normativa per la tipologia di insediamento. I casi nei quali ricorre l'obbligo di redazione della valutazione previsionale di impatto acustico sono indicati nell'art. 8 della l. n. 447/95.

La Valutazione Previsionale di clima acustico, a sua volta, ha lo scopo di effettuare preventive valutazioni sull'idoneità dell'area alla destinazione ipotizzata, di identificare la presenza di vincoli alla classificazione acustica di progetto da attribuire all'insediamento e di operare le più opportune scelte di assetto plano-volumetrico. È fatto obbligo di produrre una V.I.A. nei casi previsti dalla normativa.

La Valutazione di impatto acustico delle attività temporanee, deve dimostrare che l'attività temporanea che sarà localizzata in una specifica area, in seguito ad attenta valutazione delle sorgenti di rumore introdotte, in funzione della conformazione delle aree circostanti, comporta il rispetto dei limiti previsti dalla normativa per la zona ed il rispetto dei limiti particolari per dette attività temporanee.

Infine, lo scopo della Valutazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento e di pubblico spettacolo è quello di valutare il suono emesso da una sorgente acustica (dotata di opportuna amplificazione) e di limitarlo ad un volume tale da non sottoporre gli avventori presenti ad un danno biologico.

I casi nei quali è obbligatorio la determinazione di tali requisiti sono indicati all'art. 1 del d.p.c.m. n. 215/1999 e dalla l. 31 luglio 2002, n.179:

  • luoghi di pubblico spettacolo e di intrattenimento danzante, quali discoteche, disco-bar, ecc.;
  • circoli privati in possesso della prescritta autorizzazione.
La principale legislazione vigente in ambito di acustica residenziale

A titolo non esaustivo, si riportano le principali norme nazionali di settore.

Il d.p.c.m. 5 dicembre 1997 «Requisiti acustici passivi degli edifici» è il documento di riferimento nella normativa italiana per l'acustica in edilizia.

Definisce le prestazioni che devono possedere gli edifici in merito a:

  • isolamento dai rumori tra differenti unità immobiliari;
  • isolamento dai rumori esterni;
  • isolamento dai rumori di calpestio;
  • isolamento dai rumori di impianti a funzionamento continuo e discontinuo;
  • tempo di riverbero (per aule e palestre di scuole).

Interventi recenti sono stati attuati con il d.lgs. 17 febbraio 2017, n. 41 e il d.lgs. 17 Febbraio 2017, n.42.

Il primo reca modifiche ad alcuni articoli del d.lgs. 4 settembre 2002, n. 262 che disciplina i valori di emissione acustica delle macchine destinate a funzionare all'aperto.

Il secondo:

  • dispone modifiche ad alcuni articoli del d.lgs. 19 agosto 2005, n. 194, riguardante mappe acustiche, piani di azione ed informazione al pubblico in merito al rumore ambientale;
  • istituisce una commissione per la tutela dall'inquinamento acustico presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
  • reca modifiche alla l. n. 447/1995 (Legge quadro sull'inquinamento acustico);
  • stabilisce nuovi criteri per l'esercizio della professione di tecnico competente in acustica.

La l. n. 447/1995 – «Legge quadro sull'inquinamento acustico» definisce i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico. Non indica i limiti da rispettare ma definisce «chi deve fare cosa». Vengono analizzate tutte le tematiche riguardanti il rumore, i soggetti volti ad analizzarle e le competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni.

Il d.p.c.m. 14 novembre 1997Valori limite delle sorgenti sonore disciplina i valori limite di emissione e di immissione ed i valori di attenzione e qualità, secondo una serie di tabelle che si rifanno alla classificazione acustica del territorio comunale. In base a questi limiti vanno redatte le valutazioni di clima e di impatto acustico previste dalla legge quadro n. 447/1995.

Alle suddette, ovviamente, si aggiungono le leggi regionali con le relative specificità nonché i regolamenti comunali.

La propagazione del suono all'interno degli edifici

La propagazione del suono all'interno degli edifici necessita di un mezzo elastico (gas, liquido o solido) per potersi diffondere. Nel caso della propagazione del rumore all'interno degli edifici, tale mezzo di propagazione è costituito dagli stessi elementi che compongono l'edificio, quali telaio strutturale, pareti e solai.

La trasmissione del suono, inoltre, avviene secondo due distinti meccanismi di propagazione: trasmissione per via aerea e trasmissione per via strutturale. Nel primo caso, il rumore si propaga nell'aria senza incontrare ostacoli solidi mentre, nel secondo caso, la propagazione avviene attraverso le strutture solide dell'edificio, tramite vibrazioni elastiche.

L'isolamento acustico, pertanto, consiste nella limitazione della diffusione del suono.

Esso, tuttavia, non esprime la mera proprietà intrinseca dell'elemento strutturale considerato, bensì un parametro fortemente condizionato dalla specifica configurazione dell'ambiente in cui viene misurato, per il tipo di posa in opera e per tutte le altre condizioni al contorno che influiscono sulla misurazione dei livelli di rumore presenti nei due locali (sorgente e ricevente).

Per comprendere come possa un elemento strutturale ostacolare la propagazione del suono, è necessario analizzare, in maniera semplificata, il fenomeno fisico della propagazione del rumore aereo attraverso un divisorio.

Quando un'onda sonora incide su una parete, espressa sotto forma di potenza sonora (Wi), questa si scompone in più componenti:

  • una parte viene riflessa nell'ambiente sorgente (Wr);
  • una parte penetra nella parete, suddividendosi a sua volta, in:
    • calore che si dissipa (Wd);
    • una parte che viene trasmessa nell'ambiente ricevente (Wt)

secondo il seguente schema:

Ripartizione dell'energia sonora incidente su una partizione

È, quindi, evidente che la quantità di energia che viene assorbita e trasmessa dalla partizione dipende dalle caratteristiche fisiche del materiale impiegato.

Per tale motivo si definisce un importantissimo indice ovvero il potere fonoisolante (R). Esso rappresenta la prestazione dell'isolamento acustico di una generica partizione ed è espresso in decibel (dB). È identificato dal simbolo R quando rappresenta la differenza di livello del rumore che la partizione è in grado di determinare in laboratorio fra la camera dove lo si genera e la camera ricevente, completamente scollegate tra loro, quando il rumore passa per sola trasmissione diretta attraverso di essa. Mentre è identificato dal simbolo R' (potere fonoisolante apparente) quando rappresenta l'isolamento acustico per via aerea fra ambienti separati dalla partizione considerata, cioè la differenza di livello del rumore che la partizione inserita nel contesto edilizio è in grado di determinare in opera fra la camera dove lo si genera e la camera ricevente quando il rumore la attraversa sia per via diretta sia per via laterale attraverso le partizioni confinanti.

Vale sempre la relazione R ≥ R' perché la trasmissione laterale del rumore diminuisce la prestazione isolante della partizione quando questa è montata in opera.

Per ogni tipologia di rumore, inoltre, il d.p.c.m. 5 dicembre 1997 indica:

  • il descrittore da utilizzare;
  • i valori limite da rispettare in opera, a fine lavori.
Rumore tra unità abitative: come migliorare l'isolamento acustico

Un progetto acustico previsionale, realizzato utilizzando i suddetti modelli di calcolo della UNI EN 12354 o della UNI TR 11175, rischia di servire a poco se poi in cantiere non viene eseguita una posa a regola d'arte. Piccoli errori possono comportare un forte divario tra i risultati dei calcoli previsionali e le effettive prestazioni misurate in opera al termine dei lavori.

In generale, qui di seguito si riportano, pertanto, una serie di interventi che possono influire positivamente sull'incremento delle prestazioni acustiche di un involucro edilizio, in caso di corretta esecuzione delle opere.

I rumori generati dagli urti diretti sulla struttura edile si propagano in tutto l'edificio con una velocità estremamente elevata. Vengono identificati con la denominazione di rumori di calpestio perché è la tipologia di rumore che si ripete con maggior frequenza ed interessa di continuo i solai dell'edificio.

I rumori da urto mettono in gioco quote d'energia molto più elevate del rumore aereo e, sollecitando direttamente la struttura, la fanno vibrare e trasmettere un rumore più elevato. Aumentare il peso del solaio per ridurre il disturbo, come si fa per l'isolamento dei rumori aerei, è una via impraticabile nell'ambito dei rumori d'urto, e le soluzioni possibili, generalmente impiegate possono essere:

  • utilizzo di moquette: essa riduce l'energia d'urto al momento dell'impatto interponendo tra corpo contundente e solaio un pavimento resiliente, mediante un elevato assorbimento acustico;

  • impiego di pavimento galleggiante: esso interrompe la continuità della struttura con un materiale morbido ed elastico in grado di bloccare la vibrazione; si utilizzano materiali elastici sui quali poi si costruisce un massetto isolato dalla struttura che può essere pavimentato con qualsiasi tipo di materiale sul quale si localizza e si contiene il rumore di calpestio;

  • realizzare un controsoffitto: consiste nel foderare il locale disturbato dal rumore con un controsoffitto di adeguato peso sospeso con ganci antivibranti e contropareti leggere.

Nei primi due casi si blocca il rumore alla radice, impedendone la trasmissione alla struttura dell'edificio mentre nell'ultimo caso si interviene solo sugli ambienti disturbati, lasciando le vibrazioni libere di propagarsi in tutta la struttura.

Per quanto concerne il rumore aereo che si propaga nell'aria quando trova un ostacolo come una parete o un solaio, invece, per migliorare l'isolamento acustico, bisogna intervenire sulla riduzione del rumore trasmesso attraverso la partizione stessa.

L'entità della riduzione del rumore trasmesso da una parte all'altra della parete è il prima citato potere fonoisolante Rw. Esso può essere misurato in laboratorio o può essere ottenuto anche mediante opportuni algoritmi di calcolo.

L'isolamento acustico delle pareti può essere realizzato in diversi modi e la scelta dipende da una serie di fattori. In generale, le soluzioni realizzative possono essere:

  • pareti in muratura pesante: più le pareti sono pesanti e maggiormente elevato è l'isolamento;
  • pareti leggere in gesso rivestito: le pareti in gesso rivestito (cartongesso) risultano solitamente doppie e costituite da due o più lastre separate da un'intercapedine riempita con isolanti fibrosi;
  • pareti miste: si tratta dell'accoppiamento fra una parete in muratura ed una parete in gesso rivestito; questa scelta spesso è impiegata a posteriori per isolare pareti esistenti o per correggere in fase di costruzione una muratura inadeguata.

Valori limite differenziali stabiliti dal d.p.c.m. n. 14/1997

I valori limite differenziali di immissione sono dati dalla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale (misurato con la sorgente disturbante in funzione) e il rumore residuo (misurato senza la sorgente sonora disturbante).

Tali limiti, validi all'interno degli ambienti abitativi, sono di 5 dB per il periodo diurno e di 3 dB per il periodo notturno.

I valori limite differenziali non si applicano:

  • se il rumore misurato a finestre aperte è inferiore a 50 dBA durante il periodo diurno ed a 40 dBA durante il periodo notturno;
  • se il rumore misurato a finestre chiuse è inferiore a 35 dBA durante il periodo diurno e a 25 dBA durante il periodo notturno.

I limiti differenziali si applicano esclusivamente alla rumorosità prodotta da attività connesse con esigenze produttive, commerciali e professionali, mentre non si applicano a servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato all'interno dello stesso.

Esempio rumore di impianto di climatizzazione/condizionamento

  • se installato da un privato: si può procedere verificando eventuali disposizioni del regolamento condominiale e dei regolamenti comunali; si può applicare l'art. 844 c.c. («Divieto di immissioni»);
  • se installato da un'attività produttiva: si può procedere alla verifica dell'effettivo superamento dei limiti previsti dalla l. n. 447/1995, con particolare riferimento al suo decreto attuativo (d.p.c.m. 14 novembre 1997) e ai relativi valori limite differenziali.

Rumore da impianti

Il d.p.c.m. 5 dicembre 1997 nella tabella B dell'allegato A, come suddetto, prescrive per le diverse categorie di edifici classificati nella tabella A dello stesso allegato, i livelli massimi del rumore generati dagli impianti installati nell'edificio, suddividendoli in:

  • rumori generati da impianti a funzionamento discontinuo;
  • rumori generati da impianti a funzionamento continuo.

Le strategie per il contenimento dell'impatto acustico sono:

  • gli interventi sulla sorgente di rumore (silenziamento dei componenti rumorosi);
  • interventi sul percorso di propagazione sonora del suono dalla sorgente ai ricettori disturbati (normalmente mediante barriere acustiche).
Applicazioni pratiche: interventi sulla sorgente

Le tubazioni trasmettono velocemente e a distanza le vibrazioni generate dai rubinetti e dalle pompe che vanno ridotte intervenendo:

  • sulla morfologia delle tubazioni;
  • sui collegamenti ed attraversamenti delle opere murarie;
  • sulla natura della tubazione.

Interventi che riducono la trasmissione del rumore:

  • interruzione della lunghezza delle tubazioni in metallo con manicotti elastici, riduce l'energia vibratoria che la attraversa;
  • prevedere un apposito cavedio tecnico in cui passare le tubazioni che non vanno incassate nelle murature divisorie;
  • limitare le curve a gomito che possono generare turbolenze dell'acqua e quindi rumori;
  • guarnire i collari degli ancoraggi metallici alle murature che si stringono attorno alle tubazioni con materiali elastici, in mancanza di dispositivi già predisposti.

Tipologia macchine

Modalità di intervento

Condizionatori

- Macchina e condotti con bassa turbolenza, contenuta velocità e resistenza al moto dei fluidi

- Installare filtri acustici alle prese ed agli scarichi dell'aria

Macchine in genere

- Macchine e tubazioni sospese o appoggiate su supporti antivibranti

- Solette portanti d'appoggio pesanti e rigide

Condotte dell'aria

- Limitare le curve, i cambi di direzione, i bruschi allargamenti e restringimenti di sezione

- Realizzare gli stessi secondo le norme UNI 10381

Elettropompe

- Antivibranti d'appoggio e giunti di collegamento alle tubazioni

Tubazioni

- Antivibranti di sospensione, sui tratti verticali e orizzontali

- Attraversamenti dotati di manicotti in materiale elastico

Ventilatori

- Punto di lavoro alla massima efficienza

- Spazi adeguati davanti alla presa d'aria

- Serranda e silenziatori sufficientemente lontani dalla presa e mandata dell'aria

- Giunti antivibranti ai collegamenti delle condotte di ripresa e mandata

- Appoggi su giunti antivibranti

- Pulegge regolabili per motori di maggior potenza

Inquinamento acustico. In conclusione

I due citati recenti decreti legislativi (d.lgs. 17 febbraio 2017, n. 41; d.lgs. 17 febbraio 2017, n. 42) hanno aggiornato, sulla base di direttive europee, la normativa italiana inerente l'inquinamento acustico.

Per inquinamento acustico si intende l'introduzione, in ambienti interni o esterni, di rumori che possono nuocere alla quiete pubblica provocando fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, arrivando anche a costituire pericolo per la salute.

È un concetto ampio che riguarda quindi l'emissione di rumore dalle grandi sorgenti rumorose nell'ambiente, come le strade, i cantieri, i locali pubblici, i mezzi di trasporto vari.

Diversi, invece, sono i rapporti tra privati (rumori domestici, musica sentita ad alto volume, ristrutturazioni negli appartamenti), per i quali i concetti diventano più soggettivi e, in termini generali, si applicano le regole del codice civile nonché ovviamente la più precisa, ed ampia, giurisprudenza.

Per quanto concerne le grandi sorgenti di rumore, ovvero le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, artigianali, commerciali ed agricole, gli impianti eolici, i parcheggi, i cantieri, le aree adibite ad attività sportive e ricreative, gli impianti tecnici degli edifici uniti agli immobili anche in via transitoria che producono emissioni sonore (condizionatori, ecc..), per ogni tipo di sorgente, sono fissati a livello nazionale i valori limite di emissione o immissione di rumore, con soglie di attenzione oltre le quali devono scattare interventi di mitigazione od addirittura di interruzione di attività quando vi siano ragioni urgenti di tutela della salute pubblica o dell'ambiente.

A livello nazionale sono inoltre stabiliti i criteri di rilevazione, misurazione, contenimento del rumore e le regole di controllo. La legge quadro già ampiamente citata (l. n. 447/1995), in questo, è supportata dai suddetti decreti ministeriali tra i quali il d.p.c.m. 5 dicembre 1997 «Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici» e d.p.c.m. 1 marzo 1991 «Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno».

Ovviamente l'attuazione completa di tale normativa è possibile grazie alle attività di regioni e comuni sul territorio, che, oltre ad emanare disposizioni più specifiche (leggi regionali), applicano le regole individuando le varie aree dove sono presenti le sorgenti di rumore ed effettuando monitoraggi, controlli e prevenzioni, anche nella fase di rilascio delle concessioni edilizie e delle autorizzazioni.

Si evidenzia un aspetto fondamentale, per quanto riguarda i limiti da applicare: ci si deve riferire a quelli più restrittivi, a seconda di come avviene la propagazione del rumore. Per esempio, se si ha un'abitazione sopra un supermercato, si dovrà applicare il limite del rumore da calpestio per le abitazioni e non quello delle attività commerciali, mentre se si ha un supermercato sopra un'abitazione, si dovrà applicare il limite del rumore da calpestio per le attività commerciali.

Il rumore può essere misurato mediante l'uso di un fonometro munito di filtro ed espresso in dB(A). La misura deve essere eseguita nell'ambiente maggiormente disturbato dal rumore prodotto secondo le norme di settore ed in particolare la serie delle UNI 10708 e relativi aggiornamenti e comunque in ambiente diverso da quello in cui il rumore viene generato.

Fonometro

È fatto obbligo ricordare, a conclusione di questa breve panoramica nel settore acustico, che l'unico soggetto abilitato alla redazione dei prima citati documenti è il tecnico competente in acustica ambientale. Un diplomato (ad indirizzo tecnico) o un laureato (ad indirizzo scientifico) iscritto in un apposito elenco istituito presso gli uffici della Regione.

Guida all'approfondimento

Corinne Bonnaure, Soluzioni progettuali per l'isolamento acustico degli edifici, Maggioli ed., 2012

Massimo Rovere, Guida all'acustica degli edifici. Casi studio, misurazioni, bonifiche, materiali, tenuta all'aria, EPC ed., 2013

Gianfranco Cellai, Simone Secchi, Lucia Busa, La protezione acustica degli edifici, Alinea ed, 2005

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