Il datore di lavoro può accedere ai dati giudiziari dei dipendenti solo se autorizzato

La Redazione
03 Luglio 2017

L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, con la newsletter n. 429 del 30 giugno 2017, si è espressa in materia di trattamento dei dati giudiziari personali da parte del datore di lavoro, specificando che le aziende possono procedere al trattamento solo se autorizzate dalla legge o dal Garante.

L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, con la newsletter n. 429 del 30 giugno 2017, si è espressa in materia di trattamento dei dati giudiziari personali da parte del datore di lavoro, specificando che le aziende possono procedere al trattamento solo se autorizzate dalla legge o dal Garante.

Lavoro e dati giudiziari dei dipendenti. L'Autorità ha rigettato il ricorso di una società che chiedeva l'autorizzazione ad effettuare un trattamento di dati giudiziari dei propri dipendenti. In particolare, l'istante chiedeva di raccogliere e utilizzare le informazioni presenti nel casellario giudiziale dei propri lavoratori per trasmetterle ad una ditta appaltante, per consentirgli di poter esprimere il gradimento o meno sui lavoratori impiegati nello svolgimento dei servizi appaltati.

Il Garante ha motivato la propria decisione ribadendo che «i soggetti privati possono trattare i dati giudiziari soltanto se autorizzati da una espressa disposizione di legge o da un provvedimento del Garante in cui siano indicate le finalità di rilevante interesse pubblico nel trattamento, i tipi di dati e le operazioni eseguibili». Mancando dunque un'adeguata base giuridica, nel caso di specie la domanda non ha trovato accoglimento. Con la medesima newsletter, il Garante ha dato l'ok alla localizzazione tramite GPS dei veicoli aziendali dedicati alla raccolta dei rifiuti, senza però realizzare un monitoraggio costante sui lavoratori.

Infine, il Garante informa che il Gruppo che riunisce le Autorità Garanti europee (WP 29) ha reso le proprie raccomandazioni alla Commissione UE in vista della prima revisione congiunta dell'Accordo “Privacy Shield” relativo al trasferimento dei dati dall'Unione agli USA.

Fonte: dirittoegiustizia.it

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