È onere del lavoratore dimostrare il motivo ritorsivo determinante

La Redazione
04 Aprile 2016

In ipotesi di licenziamento per giusta causa, per affermare il carattere discriminatorio e quindi la nullità del provvedimento espulsivo, in quanto fondato su un motivo illecito, occorre specificamente dimostrare, con onere a carico del lavoratore, che l'intento discriminatorio e di rappresaglia abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà del datore di lavoro ...

In ipotesi di licenziamento per giusta causa, per affermare il carattere discriminatorio e quindi la nullità del provvedimento espulsivo, in quanto fondato su un motivo illecito, occorre specificamente dimostrare, con onere a carico del lavoratore, che l'intento discriminatorio e di rappresaglia abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà del datore di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa di recesso: occorre, dunque, che il motivo discriminatorio/ritorsivo sia determinante esclusivo della volontà del datore di lavoro rispetto ad altri fatti che possano rilevare ai fini della configurazione di una giusta causa, nel senso che deve essere provata la sussistenza di un rapporto di causalità tra le circostanze addotte come ritorsive/discriminatorie e l'asserito intento del datore di lavoro di esercitare il potere di recesso con intento discriminatorio.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.