Jobs act, la riforma che verrà

17 Marzo 2014

La gran parte dell'annunciato Jobs act è ancora di là da venire: secondo le indicazioni del disegno di legge delega - che dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del 12 marzo scorso dovrà affrontare il passaggio parlamentare -, la riforma riguarderà cinque settori nevralgici della disciplina in materia di lavoro: dal riordino delle forme contrattuali alla riforma degli ammortizzatori sociali, alla creazione dell'Agenzia nazionale per l'impiego.

Approvato il decreto legge su contratto a termine e apprendistato, di cui si attende in questi giorni la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la gran parte dell'annunciato Jobs act è ancora di là da venire. Secondo le indicazioni del disegno di legge delega - che, dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del 12 marzo scorso, dovrà affrontare il passaggio parlamentare - la riforma riguarderà cinque settori nevralgici della disciplina in materia di lavoro: si va dal riordino delle forme contrattuali alla riforma degli ammortizzatori sociali, passando per la creazione dell'Agenzia nazionale per l'impiego.

Riordino delle forme contrattuali

Per "rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione" e per rendere i contratti di lavoro vigenti " maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale", il Governo intende procedere, dopo una generale ricognizione delle forme contrattuali vigenti, alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, valutando l'introduzione anche in via sperimentale - con conseguente abrogazione delle forme contrattuali incompatibili - di ulteriori tipologie contrattuali, caratterizzate da tutele crescenti per i lavoratori all'aumentare dell'anzianità di servizio, in modo da "favorire l'inserimento nel mondo del lavoro". Prevista anche l'introduzione, anche questa in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali. Si punta a varare un nuovo codice semplificato del lavoro entro sei mesi.

Ammortizzatori sociali

Obiettivo del Governo è la creazione di un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori colpiti da disoccupazione involontaria, con "tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori". Come sottolineato in conferenza stampa dallo stesso ministro del Lavoro, l'idea di fondo è quella di coinvolgere attivamente chi ha perso il lavoro o coloro che fruiscono di ammortizzatori sociali di integrazione del salario, stimolandoli allo svolgimento di attività in favore della comunità locale di appartenenza. Tra le principali novità previste nel ddl - delega:

  • la revisione dei criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali, con l'esclusione dei casi di cessazione aziendale, e dei limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;
  • l'accesso alla cassa integrazione solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell'orario di lavoro;
  • la riduzione generalizzata degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell'effettivo utilizzo, nonché una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;
  • la rimodulazione dell'ASpI, con l'aumento della durata massima per i lavoratori con carriere contributive più significative, l'omogeneizzazione tra loro della disciplina ordinaria e di quella breve e l'estensione dell'applicazione ai lavoratori con contratti di co.co.co. (prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite);
  • il riconoscimento, esaurita l' ASpI, di un'ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;
  • l'eliminazione dello stato di disoccupazione come requisito per l'accesso a prestazioni di carattere assistenziale.

Semplificazione delle procedure e degli adempimenti

Un preciso capitolo del disegno di legge delega è dedicato alla semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro: l'obiettivo è quello di ridurre fino alla metà gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. Tra le previsioni più rilevanti, l'unificazione delle comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per eventi come gli infortuni sul lavoro (ponendo a carico delle stesse amministrazioni l'obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti) e la revisione del regime delle sanzioni, con la valorizzazione di meccanismi premiali che favoriscano l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita.

Servizi per il lavoro e politiche attive

Il Ddl-delega prevede, tra l'altro, l'istituzione di un'Agenzia nazionale per l'impiego partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro e dell'ASpI. Tra gli obiettivi anche il rafforzamento dell'integrazione pubblico/privato, per migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali

L'ambizioso obiettivo dichiarato nella delega è quello di "evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare". In ordine al raggiungimento di detto obiettivo è prevista l'introduzione dell'indennità di maternità anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata, garantendo il diritto alla prestazione assistenziale alle lavoratrici madri parasubordinate anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Altra novità sarà l'abolizione della detrazione per il coniuge a carico e l'introduzione del " tax credit", un incentivo al lavoro per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare.

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