Licenziamento: toni accesi fuori dall'orario di lavoro

07 Giugno 2017

Gli insulti rivolti ad un proprio superiore possono portare il lavoratore ad essere licenziato per giusta causa? E se ciò non si verifica durante l'orario lavorativo?

Gli insulti rivolti ad un proprio superiore possono portare il lavoratore ad essere licenziato per giusta causa? E se ciò non si verifica durante l'orario lavorativo?

Il lavoratore, che eccede quello che viene definito "diritto di critica", può divenire destinatario di un licenziamento disciplinare, nelle ipotesi in cui tale condotta possa essere valutata come idonea ad incidere in modo irreversibile sul rapporto di fiducia con il proprio datore. Gli Ermellini hanno ricondotto l'alterco nella fattispecie della insubordinazione, in quanto l'uso di determinati termini e toni può essere di per sé suscettibile di arrecare pregiudizio all'organizzazione aziendale, in quanto essa risulta fondata, anche, sul sistema gerarchico ivi predeterminato dal datore.

Si deve, però, evidenziare come tale esigenza non possa essere estesa anche il di fuori del contesto lavorativo, dovendosi escludere che i vincoli gerarchici tra i dipendenti si estendano anche al di fuori dell'orario di lavoro. In merito: Cass. n. 9635/2016 e n. 11027/2017.

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